Il primo lavoro di Geoff Mullen ci viene proposto dall' etichetta di Keith Fullerton Whitman, il quale trattiene a stento le
parole nella breve nota al disco, presentandocelo come uno dei migliori demo che lui stesso abbia mai sentito.
Di Mullen si aveva già un assaggio nel mastodontico invisible pyramid / elegy box uscito su last visible dog lo scorso anno,
ma era troppo poco per capire bene le sue idee. Questo album ci spiega invece molte cose e si presenta come un'insieme
di concetti neanche poi tanto nuovi. Ecco che all'inizio abbiamo lunghe code di feedback seguite da aperture più
distese e rilassate, a loro volta accompagnate da lievi fruscii ed interruzioni con in mezzo echi di chitarra acustica.
E` un disco per molti versi spaziale che si presta agli insegnamenti di Fennesz e si riconosce alla lontana negli artisti
della Takoma. Il minimalismo degli ultimi anni qua racchiuso e i pochi sprazzi di chitarra acustica lo confermano bene,
eppure si sente che è un lavoro non ancora completo. Intendiamoci, se vi piacciono queste sonorità il disco fa per voi,
però se le premesse sono così promettenti bisogna aspettarsi molto di più dalla prossima uscita.
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