Autore disco: |
Nicotina & The Legs |
Etichetta: |
Burp Publications (I) |
Link: |
www.burpenterprise.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2005 |
Titoli: |
1) Hope St. Tempo 2) L-E-G-S 3) Barnacle Bill 4) We Can`t Be Darlings Anymore 5) Quicksand Fun 6) Thoughts On A Car Being Towed 7) Sea Hag 8) Five Feet From Home 9) I Fall To Pieces 10) Ninetyfive on 95 11) Strip-Mall Song |
Durata: |
39:17 |
Con: |
Nicotina, Jacopo Andreini, Fred Casadei, Stefano Bartolini, Edoardo Ricci, Francesco Donnini, David Bindi, Mat Pogo |
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vecchi tempi / tempi nuovi |
x e. g. (no ©) |
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Innanzi tutto chiedo scusa ai lettori per l`ennesimo ritardo, anche se in questo caso non avviene per colpa delle mie proverbiali pigrizia e lentezza. Il disco mi è stato infatti letteralmente messo in tasca per strada solo da poco tempo per mano di una graziosa signorina, al cui fascino è impossibile dire di no, con esplicita richiesta di una seppur tardiva recensione.
1) Ascolto del CD guardando la copertina: l`idea è quella di una musica pre-CortezTheKiller, con una sua serenità che precede l`inevitabile tempesta, la musica che ti accompagna quando pensi di avere raggiunto la terra promessa e non sai ancora che dovrai sgomberarla da qualcuno a cui è stata promessa prima che a te. Ed ecco allora le radici, il bluegrass, il country, il vecchio jazz dei buoni tempi andati e gli scampoli di materiali già sfruttati da altri.
2) Ascolto del CD guardando l`interno di copertina: la prospettiva cambia, e (complice il titolo) sembra che il cavaliere del quicksilveriano “Happy Trails” stia per fare ritorno. C`è l`andatura in surplace di chi è ormai a due passi da casa, ma ci sono ancora i postumi del viaggio (lisergico), della sbornia free (jazz) e della cavalcata (morriconiana) a briglie sciolte. Ed ecco il fraseggio fantasioso e volubile della chitarra, il pastoso scoreggiare del contrabbasso di Fred Casadei (alla Charlie Haden) e il probo drumming dell`Andreini più sciolto e convincente che abbia mai ascoltato da che mondo è mondo. E infine ci sono gli interventi di alcuni ospiti poco raccomandabili ad ingarbugliare ancora di più la faccenda. In “Five Feet From Home” c`è allo stesso tempo lo spirito sano dei vecchi tempi e quello malato dei tempi nuovi, e chi sa che non stia a rappresentare un ciclo che ha fatto il suo percorso ed è giunto alla sua naturale conclusione?
Singolare anche la scelta di dedicare il disco a Giorgio Gaber che, fianco a fianco con un più scontato e comprensibile omaggio ad Elliott Gould, contribuisce a rendere il tutto ancor più sfuggente.
E` proprio in questa inafferrabilità che sta la forza del CD: pensi che sia flanella e ti accorgi che è canapa grezza, ma se pensi che sia canapa grezza va invece a finire che è flanella.
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