Un pregevole lavoro di musica discreta e 'luminosa' al di fuori di ogni confine e di ogni possibile classificazione stilistica.
Pochi essenziali elementi, una chitarra, qualche effetto, qualche trattamento...
Pochi suoni di altre sorgenti sonore, un piano, una voce... e con una elegante e raffinata semplicità Andrew David Daly è riuscito a mettere a segno, seppure a seguito di un periodo di lavorazione piuttosto lungo (le registrazioni del materiale qui presentato sono state effettuate tra il 2000 e il 2004, quando al suo progetto musicale The Impossible Flower ancora non si era 'aggregato' Gareth Dickson) un CD-R di incredibile gradevolezza, di estrema 'ascoltabilità ', ma anche di intelligente ricerca, di moderata quanto efficace sperimentazione, di indubbia originalità ...
Nella prima ampia parte, che è forse anche quella che ho apprezzato maggiormente, è soprattutto il suono di una suadente e sostanzialmente melodica chitarra acustica a caratterizzare i brani...
Ora dolcemente arpeggiata, ora diversamente 'accarezzata', il suono delle corde, sovrapposto talora ad altri strati sonori 'fluidi' e perfettamente armonizzati, restituisce un senso di estatico 'calore', e piacevolissime emozioni...
Ascolto e la musica mi trascina con sè dolcemente... Nella mia mente si sovrappongono immagini, visioni, pensieri...
Per alcuni minuti mi sovviene il ricordo di "Blackwhitemusic", un affascinante lavoro dell'ucraino Oleg Rumyantsev, da me già recensito per Sands Zine, che condivide molto, sia per stile, che per 'approccio' che per sonorità con la musica di Andrew David Daly che sto appena ascoltando...
Dal terzo brano la musica 'vira' poi su sonorità più minimali, sottili, astratte... Vibrazioni e rintocchi di campanellini, o comunque di non ben decifrati piccoli oggetti metallici...
Quindi il quarto breve brano, Recovery Position, con il suono sempre discreto e 'musicale' di un pianoforte, lievi interventi percussivi ritmici di sottofondo, miscelati, poco oltre, a probabili 'residui' di suoni di chitarra trattata e 'dilatata'.
Siamo al quinto brano, Daybroke, e qui torna più distinto il suono della chitarra, stavolta in un contesto sonoro più marcatamente sperimentale, con presenza di strani effetti sonori percussivi, parti di sfondo mandate in 'reverse', e ancora il suono di note acute di pianoforte in loop verso il finale.
Ancora più confusi, elaborati e irriconoscibili i suoni del successivo If we Sing, un brano di matrice più eterea, astratta-ambientale, quindi la conclusione con Honey and Bees, una affascinante versione ampliata e 'rilavorata' in chiave più sperimentale del primo brano (Bees and Honey), che aggiunge ad esso un ampio uso di effetti, di parti mandate in 'reverse', il canto di una voice femminile, alcuni elementi percussivi profondi, sottraendovi invece gran parte della chitarra acustica, almeno nella forma più 'cruda' ed acustica che era stato possibile ascoltare nell'introduzione del CD.
Nel foglio di descrizione-promozione di "Roots and Fruits" che ho ricevuto da Afe insieme alla copia del CD-R leggo la dicitura "File Under: Post Everything"...
Se desiderate ascoltare musica di gran pregio, 'sincera', 'luminosa', di grande qualità e raffinatezza, che vada al di fuori di ogni schema, e che sia davvero 'oltre' qualsiasi definizione e al di là di qualsiasi genere musicale 'preconfezionato' e stereotipato, procuratevi senza esitazioni questo magnifico CD-R e godetevi felicemente l'ascolto.
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Andy Daly, in arte prima Digital Butter, ora The Impossible Flower, è un musicista scozzese vicino al folle prodigio Frog Pocket, uno dei più bizzarri e interessanti musicisti approdati alla scuderia Afe e oggi pubblicato dalla blasonata Mu-ziq. Al pari del proprio già famoso amico, TIF propone nel proprio vasto repertorio un miscuglio di elettronica moderna ritmata e di gusti vicini all'estetica pop (stile Warp/Aphex Twin, per intenderci) unita all'uso di strumenti convenzionali quali chitarre e violini, a costruire quindi un impianto ricco sia dal punto di vista ritmico che melodico. Oltre a trattarsi di composizioni piuttosto originali, quelle di questi due signori sono in genere anche tecnicamente notevoli, con violini che danzano su beat sbilenchi e chitarre che si arrampicano tra drill assassini (ascoltate il bellissimo Caric kils di Frog Pocket su Afe, se ancora lo trovate). Questo "Roots and Fruits" di TIF fa però eccezione, propendendo invece per l'assenza di beat e una maggiore ricchezza in termini di suoni melodici. Ad aprire, un vero capolavoro, ossia Bees and Honey, davvero splendida tra arpeggi di chitarra acustica in primo piano e suoni di un'altra chitarra invece assai effettata sullo sfondo, tra echi e delay, che quasi potrebbe veder apparire la voce di Mark Kozelek dei Red House Painters. Il disco poi procede su questa linea, sebbene prevalgano poi man mano gli effetti sulle melodie, ed è in parte un peccato in quanto il buon Fiore Impossibile ci sa evidentemente fare con gli strumenti, e forse potrebbe prendere coraggio e distribuire meno reverse, flanger e riverberi d'ogni genere, che trasformano le tracce in viaggi psichedelici. Il tutto rimanda a tratti alle pagine più soft (e comunque valide) dei mai abbastanza considerati Controlled Bleeding, o che addirittura a Tom Recchion, quantomeno per le reiterazioni in continuo mutamento. Splendida anche The Jig, melodica e sognante, un po' troppo prolissa forse l'ultima Honey and Bees, dolcissima la breve Recovery Position, forse un po' fuori contesto il caotico drone in flanger quasi prog di If we Sing. Nel complesso, un piacevolissimo disco che può rilassare e sorprendere...
PS: in uscita c`è un nuovo CD-R di stampo più ritmico, titolato “Anthophobia”. Staremo a vedere.
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