Terminato il bel trittico per parti vocali e strumentali - “conSPIracy cantata”, “The Thing Like Us” e “The Buffer Zone” - l`autore cipriota si ripresenta con un`opera nella quale la parte letteraria riveste altrettanta importanza. Se in precedenza la parola e la frase apparivano come elementi da violentare, da far esplodere, nell`occasione viene praticata su di essi una mutazione genetica. “Wordless”, originariamente commissionata dall`ARGOS Festival che si tiene a Bruxelles, è una suite le cui parti sono costruite su interviste tratte dall`archivio del BNA-BBOT (per saperne di più su questa associazione potete andare direttamente nel loro sito tramite il collegamento diretto riportato sopra). Kyriakides manipola digitalmente il materiale greggio, fino a ricavarne sostanza nuova, cercando di creare un equivalente sonoro che rifletta quello originario e l`ambiente in cui è maturato. Tale intenzione è confermata dalla scelta dare ai vari brani un titolo che corrisponda ai soggetti delle interviste utilizzate: una pensionata, un percussionista del Gambia, un cantante algerino, un vecchio pensionante, uno studente, un cieco, un DJ, un informatico, un sociologo e via discorrendo. Con questa opera Kyriakides si conferma come un grande `compositore`, e sono davvero pochi coloro che oggi possono affermare di esserlo. A volte si fanno dei paragoni gratuiti ma credo di essere nel giusto se affermo che il nostro va ereditando tutta la genialità compositiva di Luc Ferrari, al quale lo accomunano i sottili riferimenti `filmici` ed un erotismo che, nel caso di Kyriakides, si unge di noir. Di Ferrari è anche la brillante capacità nel cogliere, carpire e riflettere quelli che sono gli umori sonori che germogliano d`intorno. Rispetto al maestro francese ci sono però meno lungaggini, è inevitabile, e c`è più sintesi; lo dimostra il fatto che “Wordless”, pur essendo un`opera musicale unica, è divisa in 12 parti che, se proprio non autonome, sono comunque distinte e ben distinguibili. Comprate questo disco ed affiancatelo ad altre coreografie sonore ambientate quali “Second Nature” degli Ultra-Red e “Bestimmung New York” di Gal, non ve ne pentirete.
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