Ricordate quel curioso gruppo di nome Ridiculous Trio che pubblicò un disco interamente composto da rifacimenti di brani degli Stooges? E ricordate che recensendo quel disco dicevo anche della prematura scomparsa di Rufus Stennis Brown, musicista ed amico del trombonista Mike Hagedorn (il leader del Ridiculous trio)? Ecco che, a un anno di distanza, Hagedorn rende omaggio all`amico pubblicando due brani, registrati in concerto il 18 Dicembre 2004 e il 19 Marzo 2005, accreditati ad un gruppo condiviso dai due.
Anaananaan è un progetto con due chitarre e, com`è immaginabile, è piuttosto vicino alle forme più oltranziste del rock urbano. Questo non stupisce, soprattutto considerando che Hagerdon ha già dedicato, come già detto, un intero disco alla musica degli Stooges. Si distinguono momenti più prossimi al noise e altri che tendono invece verso il free-core più disarticolato, e la musica passa logicamente da tirate assai compatte ad intermezzi scomposti e frammentati. Le due chitarre suonano secche e tagliate, quasi funky, ma la batteria non si formalizza mai in metronomiche scansioni ritmiche. Tutto questo nel primo brano, chè nel secondo cambiano le cose, dal momento che l`utilizzo delle batterie elettroniche crea un`atmosfera quasi kraftwerkiana che, nella parte centrale, assume toni più ferocemente cyber.
Dal momento che Hagedorn mi ha inviato anche un `sampler` con brani dei suoi precedenti lavori mi dilungo anche su questi, si tratta infatti di materiali sempre interessanti, registrati con gruppi diversi e, soprattutto, scaricabili dal suo sito. Naturalmente per quanto riguarda il suo disco solista “The Driver” ed il famigerato “Play The Stooges” rimando alla vecchia recensione che potete trovare nel nostro archivio.
Temeritorium è il progetto più jazzy del nostro, con trombone-sassofono-basso-batteria, ma pure è chiara su di esso l`influenza delle altre mattane che attraversano la sua mente, e la possibile linearità è così disturbata da interferenze, fischi, suoni onomatopeici e altro, tanto da far venir pensare ad una catastrofica new thing.
Typewash, nella sua selvaggia irruenza, fa invece sovvenire certe forme post no-wave. In questo caso la formazione è un semplice trio con trombone, basso e batteria.
1,2,3,4 è forse il progetto più strano, ma anche il meno convincente. Mi sembra di capire che si tratta di un ensemble dalla natura mutevole, ma essenzialmente fiatistico, con interazioni di elettronica. I brani (almeno quelli del sampler in mio possesso) sono lenti, funerei, aritmici e in odore di ripetitività . Vi consiglio comunque di dare un`occhiata al sito internet sopra riportato.
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