Erano quasi tre anni che attendevo, con trepidante curiosità , di poter avere tra le mani questa nuova produzione della Die Schachtel...
E` infatti già dalla seconda metà del 2003 che la nota etichetta, a seguito di un contatto avuto con Claudio Ricciardi, membro 'storico' di Prima Materia, ha progettato e scelto di portare avanti la realizzazione di "The Tail of the Tiger", un interessantissimo recupero di materiale sonoro 'd'annata' relativo a registrazioni di concerti della nota formazione vocale che nel corso degli anni '70 ha portato la propria straordinaria proposta musicale e concertistica anche al di fuori del territorio italiano, riscuotendo grandi consensi in numerosi festival quali il Metamusik di Berlino, Musik der Zeit a Colonia, L'itineraire a Parigi, la biennale di Zagabria.
Fulcro della proposta di Prima Materia è una forma di improvvisazione di gruppo basata su tecniche vocali inconsuete incentrate sull'uso degli armonici, tecniche che ogni membro ha sviluppato e approfondito indipendentemente e che ha 'riversato' nell'esperienza artistica della formazione Prima Materia offrendo il proprio personalissimo e insostituibile contributo all' ensemble.
Nel corso degli anni la formazione ha visto avvicendarsi al proprio interno diversi artisti.
Alcuni di essi ne hanno fatto parte per un periodo di tempo piuttosto limitato, mentre altri hanno partecipato all'attività di Prima Materia per diversi anni.
Roberto Laneri, fondatore del gruppo, è rimasto invece membro attivo della formazione dalla nascita, nel 1973, fino allo scioglimento definitivo nel 1980.
Nonostante questa alternanza nel tempo di diversi artisti, è però essenziale sottolineare, giacchè le note di copertina presenti sul CD potrebbero lasciar intendere diversamente, che l'apporto dei singoli membri alla composizione e all'esecuzione dei brani è da considerare sempre assolutamente paritario, in quanto la musica di Prima Materia ha sempre rappresentato una forma di libera improvvisazione vocale basata sull'esperienza individuale e sull'espressività dei componenti, e non si è mai trattato di musica 'composta' a priori da una figura 'principale' e proposta poi in ensemble con la collaborazione di semplici e in un certo senso 'sostituibili' 'esecutori vocali'.
Tre sono i brani presenti in questo CD, tutti di grande intensità ed interesse, registrati in diversi periodi e con varie formazioni.
Ciò appare piuttosto evidente andando ad esaminare le grandi differenze, soprattutto a livello di tecniche vocali utilizzate, riscontrabili attraverso l'ascolto attento delle tre tracce proposte.
Ciò che purtroppo non è sufficientemente evidente, in quanto non è in realtà evidenziato in alcun modo, è l'identità degli artisti che hanno partecipato ai singoli brani.
Molto poco infatti è dato di sapere sui componenti di Prima Materia, soltanto elencati in modo abbastanza sommario all'interno delle generiche note di copertina, ben poco sull' apporto degli stessi alla 'storia' della formazione, e, omissione ancora più imperdonabile, di quali siano, nel dettaglio, i nomi dei membri che hanno partecipato alle registrazioni in oggetto.
Anche i soggetti ritratti nelle foto in bianco e nero rimangono, per chi già non li conosca, dei volti senza nome...
Il solo componente sul quale non mancano certo informazioni è il fondatore Roberto Laneri, artista che sicuramente ha svolto un ruolo 'chiave' all'interno del progetto; ma questo suo ruolo indubbiamente fondamentale non giustifica il fatto che venga in qualche modo sminuito l'apporto e la presenza (in un caso addirittura dimenticata, e mi riferisco a Manuela Borri Renosto, mai citata seppure curiosamente 'immortalata' a fianco di Roberto Laneri nella fotografia interna dello splendido digipack...) degli altri membri attivi della formazione.
Non so dire se tali imperdonabili omissioni siano frutto di semplice trascuratezza, o se si è intenzionalmente preferito, a livello di produzione, fare leva quasi esclusivamente sul personaggio attualmente più noto per scopi di pura strategia commerciale.
Ovviamente voglio credere che si tratti della prima ipotesi, ma ciò non toglie che tale leggerezza abbia portato a mettere in commercio un prodotto che, di fatto, tende a descrivere una realtà storica piuttosto falsata della formazione Prima Materia, errore abbastanza imperdonabile se si pensa che Die Schachtel ha fatto del recupero e ripubblicazione di materiale sonoro 'storico' uno dei propri principali punti di forza.
Le omissioni non sono certo imputabili a questioni di carattere tecnico-economico, giacchè la produzione di tipo 'extra lusso', che include oltre al digipack a tre 'ante' un booklet cartaceo di 8 pagine e un altro fascicolo di 16 pagine di suggestive immagini grafiche stampate su carta semitrasparente, avrebbe senz'altro consentito di inserire informazioni molto più ampie e dettagliate rispetto a quanto invece è stato scelto di fare.
Ci auguriamo quindi che Die Schachtel, che ringraziamo comunque per aver messo a disposizione questo splendido e consigliatissimo CD, provveda in futuro a realizzarne una nuova edizione riveduta e corretta, che 'ripari' alle imperdonabili 'sviste' della versione attuale, e che restituisca al progetto Prima Materia la sua 'vera' realtà storica, restituendo inoltre a tutti gli artisti che ne hanno fatto parte la loro identità , il loro ruolo, e l'insostituibile contributo che hanno apportato al progetto, con la loro partecipazione, la loro voce, il loro impegno, la loro individualità , la loro arte...
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Se ne parlava da tempo e finalmente eccolo qui... dopo la ristampa del disco “Dialoghi del presente” di Luciano Cilio, e ancor di più, la Die Schachtel ha messo a punto un nuovo colpo gobbo. Prima Materia - denominazione quanto mai azzeccata - è il progetto iniziato nell`anno 1973 da Roberto Laneri in California, dove si trovava al fine di studiare composizione, ma giunto alla sua unica realizzazione discografica nel 1977. Il disco, intitolato “La coda della tigre”, venne pubblicato su Ananda, piccola e mitica etichetta voluta, oltrechè dallo stesso Laneri, da Alvin Curran e Giacinto Scelsi. L`ensemble, interamente vocale, oltre al Laneri stesso era composto da Susan Hendricks, Claudio Ricciardi e Gianni Nebbiosi, ma ne fecero saltuariamente parte anche altri nomi legati alla sperimentazione quali Alvin Curran e Michiko Hirayama. Il canto armonico di Prima Materia nasce dal nulla, un semplice respiro, un soffio, un alito di vento destinati ad aggregare altra materia viva, fino a raggiungere uno stato complesso e fluttuante che può far pensare ad un organo (con i mantici costituiti da gole umane). Poi il flusso, allo stesso modo in cui è nato e cresciuto, ritorna nel nulla seguendo quel ciclo che regola il movimento di tutta la materia e della vita stessa. E` indubbio l`ascendente avuto su Prima Materia dal canto dei monaci buddisti, e già prima dell`ascolto è possibile individuarlo nella postura stessa dei musicisti, così come è indubbio l`ascendente esercitato da maestri del minimalismo storico quali Terry Riley e La Monte Young. E pure Prima Materia ha una sua individualità così spiccata in grado da separarla da tutto il resto, influenze comprese, fino a farne un caso unico. Che la vicenda abbia avuto sintesi essenzialmente in Italia è cosa di poco conto, che già dalla sua formazione si è materializzata come esperienza globale e, statene pur certi, questa ristampa riceverà l`accoglienza della manna a Parigi come a Tokyo e a Los Angeles come a Sydney. La versione pubblicata su vinile di La coda della tigre è qui accompagnata da due esecuzioni che le sono anteriori, una del 1974 (Berlino) e una del 1976 (Roma), e che riescono a testimoniare come il brano trascendesse la composizione musicale per essere esperienza di vita e, ancor più, per essere materia che zampilla direttamente dall`anima (logicamente non intesa in senso cattolico). Un`esperienza che, a quanto ne so, ha poi finito per segnare in qualche modo le vicende successive di tutti coloro che ne furono protagonisti.
Encomiabile, come di norma, il lavoro della Die Schachtel. La confezione ricalca quella già messa in opera con Cilio, ma al libretto con le note se ne aggiunge un secondo in una speciale carta semitrasparente con rappresentati una serie di disegni `tantrici`. Nonostante ciò, giacchè il di più lo si chiede ai bravi e non ai somari (da che mondo è mondo), voglio lamentarmi per l`assenza di note relative ai nomi che hanno preso parte alle singole registrazioni.
'Nada más', a parte un`ultima considerazione: questo disco, se non avessimo preso la rigorosa decisione di non occupare quella posizione con ristampe e con materiale d`archivio, sarebbe oggi d`ufficio il nostro disco top. Ma forse è meglio così perché, a pensarci bene, si tratterebbe comunque di un ben piccolo riconoscimento...
Chi sa che questa fantastica ristampa non riesca ad aprire la strada al recupero di tutto il catalogo Ananda?
Ps: un ulteriore approfondimento, oltre che tramite i link sopra riportati, può essere effettuato attraverso la recensione al libro di Claudio Ricciardi “L`albero che canta”, scritta da Giuseppe Verticchio e pubblicata nella nostra sezione `il resto`.
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