`Transient´ // `HerbstReise´

Autore disco:

Clairvoyance // Nicola Guazzaloca & Gianni Mimmo

Etichetta:

Amirani Records (I)

Link:

www.giannimimmo.com/en/home
www.amiranirecords.com
www.sands-zine.com/archiviorec.php?IDrec=2213

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2022 // 2023

Titoli:

1) Last Cranes In The Pond 2) Transient Clouds 3) Shinjuku 4) Those Telegraph Poles 5) Tilting At Crazy Angles 6) Rippling Lake 7) Garden Maze 8) B&W Vanishing Train // 1) A Silver Lining 2) Unsailed Ship 3) However Negligible 4) Rains: Those Rainy Days 5) Rains: Late Rain 6) Rains: Just Below (Down To The Ground) 7) Rains: The Rain Of The Last Few Days 8) The Japanese Lady 9) Early Birds 10) Twin Windows 11) Four Lieder: I Didn’t See You At All 12) Four Lieder: Second Longing13) Four Lieder: The Sycamores 14) Four Lieder: First Longing 15) Tensive 16) More – Then - Before 7) Herbst-Reise

Durata:

45:35 // 44:31

Con:

Gianni Mimmo, Silvia Corda, Adriano Orrù // Nicola Guazzaloca, Gianni Mimmo

due approcci diversi all’improvvisazione

x mario biserni (no ©)

Era il 2018 quando Mimmo, Corda e Orrù pubblicarono l’ottimo “Clairvoyance”. Oggi il titolo di quel disco è recuperato quale ragione sociale del progetto a tre che è andato cementandosi con la pubblicazione di un secondo disco. Quello dei tre è un jazz leggero, da non intendere come sinonimo di musica leggera in quanto genere, bensì nel senso letterale del termine. Una musica leggera come un gioco di svassi a fior d’acqua, che può apparire sghembo e casuale mentre in realtà segue una sua geometria, elegante e minuziosamente coordinata in tutte le sue componenti e, come in quel gioco, a tratti uno dei protagonisti può scomparire per riapparire dove e quando meno te l’aspetti. È altresì un jazz libero, e di nuovo il rischio di essere frainteso è elevato, dal momento che l’uso del termine libero fa immediatamente pensare al free jazz newyorchese di Ayler, Shepp o Coltrane, mentre la musica del trio sembra invece derivare dalla tradizione californiana rappresentata da Desmond e Brubeck. Comunque sia si tratta di un ottimo CD ricco di sorprese e in grado di appassionare tutti coloro che dal jazz pretendono innovazione e rispetto di una qualche tradizione al tempo stesso.
Anche quella di Mimmo con Guazzaloca è una collaborazione non di primo pelo, direi che addirittura è più antica di quella con i due compagni d’avventura coinvolti in “Transient”. Una collaborazione che ad oggi si era manifestata in varie forme, Mimmo ha prodotto alcuni dischi del pianista nella sua Amirani e Guazzaloca ha corrisposto curando le grafiche per alcuni CD dello stesso marchio, ma non si era ancora espressa nelle fattezze dell’incontro tête-à-tête. Ovvero, i due avevano condiviso alcune esperienze di gruppo ma non si erano mai cimentati, almeno discograficamente e per quanto ne so io, in un lavoro a quattro mani e due teste. In “HerbstReise” non viene riproposta la leggerezza di “Transient”, non che si tratti di un jazz più pesante, semplicemente è più scabroso. Più che correre a fior d’acqua i due sembrano percorrere un percorso accidentato, in una specie di rally ricco di colpi di scena, trappole e trabocchetti. In questo caso, laddove quella dell’altro CD appariva come una danza a tre, sembra prevalere l’aspetto competitivo. Non a caso mentre “Transient” si presenta con l’immagine confortante di un giardino zen, foto di Hashira Yamamoto, “HerbstReise” si nasconde dietro un enigmatico incastro di figure geometriche.
Due modi diversi, ma egualmente stimolanti, di intendere l’improvvisazione.

Aggiungo alla recensione due note a proposito dell’anno appena trascorso. Purtroppo il 2023 verrà ricordato come un anno tragico a causa dell’alto numero di musicisti che sono venuti a mancare. Non sto a fare quello che sarebbe un elenco troppo lungo, ma voglio almeno ricordare i nomi di Peter Brötzmann e Shane MacGowan. Purtroppo il 2024, se il cattivo giorno si vede dal mattino, non è iniziato sotto i migliori auspici dal momento che a Gennaio è passato a miglior vita, si fa per dire, lo storico chitarrista degli MC5 Wayne Kramer.
Per quanto riguarda le pubblicazioni discografiche non mi sembra ci siano state grandi opere da tramandare ai posteri. Tanti buoni dischi, questo sì, ma poco che si innalzi sopra la media. La situazione è ben rappresentata dalle playlist delle due riviste più rappresentative nei settori della musica di ricerca e della musica più mainstream: Wire e Pitchfork. Per trovare il disco dell’anno i giornalisti di The Wire sono andati a scomodare gli Yo La Tengo, un gruppo che è in attività da ben 40 anni. “This Stupid World” è indubbiamente un buon disco, ma nella discografia del gruppo ci sono sicuramente cose migliori, a iniziare da “Ride The Tiger”, il gioiellino con cui esordirono nel 1986.
Pitchfork ha addirittura insignito dell’oscar un disco pubblicato in digitale nel 2022, mi sto riferendo al modesto “SOS” di SZA.
Voglio poi soffermarmi, e mi vergogno a farlo perché non dovrebbe essere argomento di interesse alcuno, sull’ottima considerazione riservata da alcuni organi di stampa al disco di un gruppo fantasma che si è abusivamente fregiato del nobile titolo Rolling Stones.
In Italia grande considerazione ha ricevuto “Spira” di Daniela Pes, disco prodotto da Iosonouncane, e non posso che accodarmi perché si tratta davvero di un ottimo disco. Iosonouncane ha dimostrato peraltro di essere in ottima forma pubblicando un nuovo triplo LP, questa volta con registrazioni dal vivo, e un CD in duo con Paolo Angeli. Questo mi allieta perché mi conferma di essere stato nel giusto allorché valutai come mio disco dell’anno il primo lavoro del musicista sardo, e di conseguenza voglio segnalarvi un altro nome destinato a distinguersi, si tratta del sassofonista pugliese Giuseppe Doronzo che ha appena pubblicato due nuovi dischi, uno in trio con Andy Moor e Frank Rosaly e uno con l’Ava trio (Doronzo, Esat Ekincioglu e Pino Basile). Si tratta comunque di uscite del 2024 e probabilmente ne riparleremo.
Per quel che mi riguarda il miglior disco uscito nel 2023 è “Always I Gnaw” dei Sult, un trio di improvvisazione su strumenti acustici formato dallo statunitense Jacob Felix-Heule e dai norvegesi Håvard Skaset e Guro Skumsnes Moe (ci tornerò sopra recensendolo). Altre cose le trovate spulciando fra i dischi che ho recensito.

Prossimi top: “Trónco” dei Trónco; “Mycelium” // “The Asocial Telepathic Ensemble” degli Spill // Autori Vari; “Tales From An Underground River” degli Open To The Sea; “Perlée De Sève” di Roxane Métayer; “Sonatas & Interludes” // “Concord” // “The Time Curve Preludes” di Agnese Toniutti // Phillip Bush // William Duckworth; “Chirurgia Sperimentale” di Luca Collivasone; “Incanto” del Roberto Dani Forme Sonore Ensemble; “Chamber Music” di Steve Peters; “For A Reason” di Roger Reynolds; “Qui” di Lalli e Stefano Risso; “Jalitah” di Iosonouncane & Paolo Angeli; “Drums & Octobass” // “Always I Gnaw” di Keiji Haino & Guro Moe // Sult; “Rifugi” // “Ellittica” di Filippo Sala // Carlo Maria Martoni ...


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Data Recensione: 15/3/2024

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