Appaiono talvolta inverosimili le circostanze che portano un'opera di un medesimo musicista a fronteggiare delle modalità diverse, talvolta opposte, senza disperderne concentrazione, ma semmai ricavandone ulteriore donazione di senso. La musica che propone Giuseppe Mileti, in questi due dischi, è praticamente la musica di due personaggi diversi, distanti tra loro, eppure paradossalmente identici. E` una musica emotiva e patica; ma le direzioni dei due lavori sono simmetricamente opposte. "A-A:Alpha.Beta_Errata Corrige" si abbatte come un vero e proprio cataclisma sonoro nell'assiomatica di caos vetroso, impenetrabile dal punto di vista della ricezione immediata e per questa densa di contraddizioni. "Circostanze" segue i medesimi spunti dei "Crop Circles" rodeniani e per questo le medesime sfere incastrate nel perpetuo ombreggiarsi e diramarsi all'infinito senza traguardi nè inizi. Mi piace intercettare in questo solitario quanto energetico lavorio pervasivo di "Alphabeta" un sintagma alienante: una forma di coesione storica col Pimmon delle origini (ma qui la materia è molteplice e spigolosa mentre lì e refrattaria e univoca), al Fennesz di plus "Forty seven degrees 56' 37" minus sixteen degrees 51' 08"" (per quell'immaginario macchinico su cui si concatenano elementi subacquei e talvolta spasmodici) e con l`elaborazione che soprattutto Bob Ostertag presenta nei suoi live-concepts con Pierre Hébert. Sono microcapsule d'acido, territori dallo spazio ristretto e comunque arroventato e mordace, di simbolismi aguzzi, e forti consacrazioni digitaloidi, smottamenti infernali e non debitori di niente se non della loro stessa materia mesmerica, fatta di spegnimenti, illogici predomini, surreali forme di tentennamento. Di questi materiali molto sofisticati, e nello stesso tempo parecchio disarmonici, che più o meno, riscrivono avidamente l'estetica dell'errore, ce ne sono diverse centinaia al giorno d'oggi. Che questo lavoro non appaia come una copia inutile dei lavori già presenti lo deve ad una coerente scelta emotiva, evocativa. Con "Circostanze" la materia di "Alphabeta" sembrerebbe ritrattarsi, ri-spazializzarsi in uno scrigno che apparirebbe confidenziale, se non altro per la carenza di elementi disgrega(n)ti, ma si capisce subito che Mileti semmai porta il caos del disco precedente verso lidi di maggiore verticalità e perturbamento, e se la materia qui appare calma, limpida, o semplice, non ne il medesimo l'effetto che se ne subisce: ancora più esistenziale e possente. Il lavoro di Kidsok Nuit è un lavoro su cui scommettere, e già da ora si presenta pubblicabile e profondo. La differenza che emerge in questa ricerca sonora, a differenza di molti altri, è che la musica si ricompre di vita, di senso, di significati sia inquietando sia trasformando l'ascoltatore; ed in questa palingenesi si consuma la nascita di un importante punto di riferimento elettro-acustico qui in Italia.
Potete richiedere i dischi direttamente all'autore: kidsoknuit@hotmail.com
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