`Squarehorse is the point where a dialogue converts to a monologue`. Ho fatto fatica a comprendere questa affermazione, contenuta nel sito dei Looper, e solo con l`ascolto del disco tutto mi è stato abbastanza chiaro, se pure mi riesca difficile spiegarlo a parole.
In questo ensemble alberga l`odierna crema degli improvvisatori europei, e già da tempo Veliotis e Zach rientrano nel novero delle mie frequentazioni uditive preferite. L`ascolto dei loro dischi solisti mostra già basi comuni e questa collaborazione si muove quindi con il vento in poppa fin dalla nascita. Conosco di meno Martin Küchen, ma posso ben affermare che qui rinuncia ai suoi sbuffi ayleriani, che sono proverbiali, per adeguarsi al mood dei compagni. Ecco che i tre, pur depositari di una forte individualità , agiscono come un tutt`uno e rinunciano alle picche più stirneriane da classico eroe dell'a solo strumentale. E` così che viene a crearsi un passo unico, sia relativamente agli insiemi sia relativamente ai monologhi, indipendentemente dal fatto che il ruolo di protagonista venga rivestito dal violoncello, dalle percussioni o dal sassofono. Non pensate però che l`assenza di scatti individuali porti ad un appiattimento, chè i tre fanno stridere le ossa degli strumenti per quanto il loro tocco è penetrante. Looper è un grande trio e la loro è una grande musica che sposta in avanti la libertà armonica dei quartetti di Ornette Coleman e della miglior AMM. Se dovete comprare un disco d`improvvisazione non abbiate dubbi e comprate questo (seppur la sua pubblicazione non sia proprio recentissima).
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