Autore disco: |
Bron Y Aur // Hell Demonio // [1] Kilo of Black Blondage |
Etichetta: |
Bar La Muerte (I) / Burp Publications (I) / Dizlexiqa Records (I) / Wallace (I) // Robotradio (I) / Wallace (I) // Ronda (F) / Wallace (I) |
Link: |
www.wallacerecords.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2005 |
Titoli: |
1) superkraut 2) m 2424 3) amanita`s mood 4) bring it on home to me // 1) metal maximizer 2) hell demonio vs punk funk 3) darwin and me 4) you are born to lose 5) reagans n` roses 6) ass of base 7) the beamy nihilistc sword // 1) unleash 2) muhlet 3) moglobis 4) pot holes 5) murder CBP 6) earth multi hop whistlers 7) static charge 8) a bark for fate 9) too broken |
Durata: |
21:00 // 15:35 // 45:14 |
Con: |
Fabio Cerina, Luca Ciffo, Marco Mazzoldi, Fiè // Hell Demonio n.1, Hell Demonio n.2, Hell Demonio n.3, Hell Demonio n.4 ed Hell Demonio n.5 Black Beauty Cowbell // Aka_Bondage, Black Sifichi, Somekilos |
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avanti così |
x Alfredo Rastelli |
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In comune, questi tre nuovi cd, con sonorità che spaziano dal rock puro alla sperimentazione, hanno il marchio della Wallace a cui però, nell`ottica della collaborazione funzionale (secondo me una delle strade da intraprendere con più convinzione), si uniscono altri marchi più o meno conosciuti, italiani e stranieri, come nel caso della francese Ronda. Particolarmente interessante è il nuovo mini cd dei Bron Y Aur, band al quarto album, come si evince anche dal titolo del disco: al pari del loro primo album, anch`esso un ep, questa loro nuova uscita si immerge nella tradizione del rock americano, hard e psichedelico (si chiude un cerchio?). Una componente, questa, che nei due precedenti dischi veniva scomposta, rielaborata e soprattutto rivitalizzata a contatto con l`improvvisazione e le istanze più avant. Adesso invece si ritorna alla scrittura, alla composizione e soprattutto alla purezza di quella musica che da sempre è nel background dei quattro musicisti. Quattro spettacolari cavalcate originali, eccetto la cover di Sam Cooke, bring it on home to me, in cui compare per la prima volta nella loro musica una voce cantante (chissà se anticipa degli sviluppi futuri in questo senso), che spiccano per il suono globale e soprattutto per le chitarre, ormai diventate un marchio di fabbrica. Dei grandi.
A discapito della durata del cd, questo “Greatest Hits” va considerato a tutti gli effetti un album vero e proprio. La band, qui all`esordio, è davvero esplosiva e mi ha ricordato gli ottimi Rye Coalition, nella voce sguaiata, nella potenza ritmica, nelle svisate chitarristiche e nel dinamismo musicale. Registrato come sempre al meglio da Fabio Magistrali, i cinque Hell Demonio (i componenti si identificano con il nome della band seguito da un numero, da 1 a 5) risultano assolutamente convincenti nella loro miscela di aggressività ed emotività , impatto sonoro e tecnica strumentale. Il titolo è programmatico: niente è lasciato al caso, c`è solo musica fatta al meglio delle loro possibilità ; come si dice, poco ma buono, in questo caso c`è anche dell`ottimo. Da ascoltare e riascoltare tutto d`un fiato e a volume altissimo.
Con [1] Kilo of Black Blondage, invece, cambiamo tipo di sonorità , che si fanno più sperimentali e liquide. Il gruppo è composto da tre musicisti francesi di cui uno, Nicolas Marmin, qui con lo pseudonimo di Aka_Bondage, lo conosciamo già per via dei suoi trascorsi nei Permanent Fatal Error (recensione in archivio) e nel Damo Suzuki`s Network; insieme a lui, un manipolatore elettronico/batterista (Somekilos) e un dj poeta (Black Sifichi) ; un`unione di personalità non comunissima ed in effetti ciò che ne viene fuori non è un lavoro di tutti i giorni; “Fear the windows” è un disco profondamente immerso in acque elettroniche, dagli scenari scurissimi come la profondità degli abissi. La miscela di ispirazioni funziona alla perfezione: bassi dub, scomposizioni ritmiche, manipolazioni elettroniche, inserti strumentali (chitarre, fiati), squarci industrial e spoken word, come una commistione tra l`elettronica cinematografica dei Rechenzentrum (ascoltare unleash), la profondità dei bassi e le atmosfere dei New Wet Kojak (muhlet; la sensualità è sostituita da una tensione quasi palpabile), le inflessioni vocali e alcuni asperità elettroniche del Mark Stewart & Maffia (murder CBP; moglobis) e il post-rock drummatico e jazzato di certi UI (earth multi hop whistlers). E` una sorpresa, questo disco, composto da canzoni accattivanti, ottimi suoni, marcata attitudine sperimentale e molta personalità . Vengono a riempire lo spazio lasciato vuoto da alcuni dei succitati gruppi e, porca puttana, ne sentivamo proprio la mancanza.
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