Greg Kelley, presumibilmente, lo conoscete tutti. Sappiate però che, se non avete seguito attentamente i suoi ultimi trascorsi, difficilmente riuscirete a riconoscerlo nei solchi di questo nuovo full-lenght. Dopo il congelamento dei Nmperign, infatti, Greg Kelley si è legato a doppio filo con il giro noise terrorista americano (complice qualche partecipazioni a festival oltranzisti, come il No Fun Fest): vi parlo di etichette come American Tapes, Hanson (e quindi Wolf Eyes, Universal Indians, Hive Mind) o Gameboy (Cock Esp, Government Alpha).
Gli ultimi dischi di Kelley sono tutti così: ostici, rumorosi, incompromissori, quasi al limite dell`udibile. Certo se si vanno ad ascoltare bene i suoi primi lavori solisti non si può far a meno di notare come certe divagazioni rumoriste erano già presenti nella sua musica svariati anni fa (alcuni estratti del solo “Trumpet” ad esempio); in questa nuova uscita però la componente suddetta gioca la parte del leone e viene sviluppata in tutte le sue variabili. Detto questo, sottolineiamo come “the tradition of the past cannot be retrieved” presenti anche svariati elementi di novità . Da notare innanzitutto che il nuovo disco racchiude cinque registrazioni che vanno dal 1997 al 2005 e quindi è facile comprendere come Kelley sia a tutti gli effetti un precursore del genere e uno sperimentatore genuino.
“The tradition of the past cannot be retrieved”, sesto disco in catalogo della notevole etichetta italiana 8mm, è bene dirlo subito, è un gran disco. Catramoso, ipnotico e, soprattutto, a differenza dei recenti predecessori, vario e mutante. Avete familiarità con i Loop Orchestra? In caso affermativo avrete già un quadro molto chiaro della musica contenuta in questo disco ma in più dovrete fare i conti con la natura più spietata e devastante dell`artista di Boston. Greg Kelley lavora infatti molto su loop reiterati ed iponotici (memento mori), su stratificazioni di suoni (4 fans) nonchè sulla creazione di scenari ambientali (la title track) e sculture sonore. Non mancano inoltre i beat squilibrati alla Black Dice (4 fans) e un esempio lampante di free noise efferrata (la devastante 4 piezos). Il miglior disco di Greg Kelley da un po` di tempo a questa parte.
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