The Cortet è un piccolo ensemble, nuovo di zecca, costituito da quattro prime donne dell`improvvisazione europea (si tocca l`Inghilterra, la Germania e l`Olanda). Ensemble di questo tipo, formati cioè da grossi nomi dell`avantgarde attuale, non sono nemmeno tanto rari, anzi, sono ormai da vari anni la regola. Tuttavia, se le collaborazioni spesso risultano scontate, altre volte, come in questo caso, sono invece quanto mai intriganti per le caratteristiche e le forze, spesso contrapposte, che vengono messe in campo. E` infatti un`occasione ghiotta per verificare come il sax di John Butcher leghi benissimo con i suoni digitali del Synth di Thomas Lehn (per di più già visti all`opera con ottimi risultati) o come il piano preparato di Cor Fuhler si inserisca alla perfezioni nei cospicui silenzi a cui l`arpa di Rhodri Davies ci ha abituato. L`insieme di tutti questi elementi fanno però la grande forza di questo disco che sfrutta al massimo le doti dei quattro musicisti, dalla potenza di Lehn alle attitudini da orchestratore di Fuhler, dalle delicatezze di Rhodri Davies alle invenzioni di John Butcher. Le prime due tracce sono preparatorie al climax che verrà raggiunto successivamente. I quattro artisti sembrano infatti addirittura timidi nel primo approccio, attenti a non prevaricare l`un sull`altro ma piuttosto alquanto discreti nei loro interventi e pronti a lasciarsi spazio vicendevolmente. Cosa che non accade invece nelle successive due tracce in cui entriamo in piena dialettica sonora. E` un`apoteosi di creatività , finalizzata alla costruzione di un edificio solido e dalla forza dirompente. Siamo ben lontani da semplici improvvisazioni. Qui è tutto perfetto: i fiati, le corde e i cavi elettrici diventano il parto di unica mente e di un unico braccio. Produzioni di questo tipo (mi riferisco soprattutto ai lavori di John Butcher) hanno dimostrato come il connubio tra analogico e digitale si vada sempre più assottigliando fino a scompare del tutto; in questo caso viene messa in evidenza il loro essere indispensabili l`uno all`altro. Il disco si allontana dalla concettualità di certi suoi predecessori, superando l`empass in cui molti erano caduti e liberando il suono in tutta la sua natura istintiva ed efficacia.
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