Uno dei tanti dischi del 2005 rimasto sotto pile di cd in attesa di essere ascoltato, considerato. Fortunatamente una sera è scivolato nel lettore e il riscatto ha avuto inizio.
David Thomas Broughton ci propone un acid-folk che non fa fatica ad emergere dalla moltitudine di produzioni simili e mediocri del momento. Il disco propone cinque tracce legate assieme da una sorta di continuità , ma non per questo unite l'una all'altra da un filo logico. Il punto centrale di ogni canzone è ben delineato e si focalizza sostanzialmente in tre tronchi: una parte iniziale in cui si introduce il pezzo; una parte centrale in cui si sviluppa il tema fra cantato e suonato; una parte finale costituita da reiterazioni vocali e strumentali tendenti al mantra ipnotico. L'album si presenta quindi come una spirale musicale e si snoda per quaranta minuti che passano velocissimi e intensi.
La voce evocativa e stralunante colpisce chiaramente e la chitarra acustica, strumento principale, cesella alla perfezione l'atmosfera che non deficita di effetti ricercati, come il legero strato noise sul finale di Execution.
Un disco melanconico che, però, strizza l'occhio anche al pop, soprattto nei ritornelli o, più in generale, nelle scelte vocali (vedi il fischiettare di Walking over you).
Il risultato è buono e merita sicuramente l'ascolto.
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