“Krško - Valencia”, nuovo disco dell`Enfance Rouge, finalmente con una distribuzione italiana che possa garantire al gruppo una maggiore visibilità , prosegue nel segno della continuità con il passato. La formazione rimane, nell`ossatura base, la stessa di “Rostock - Namur” e cioè il trio composto da François Cambuzat, Chiara Locardi e Jacopo Andreini e con piacere scopriamo che sono riproposte anche una manciata di vecchie canzoni. Il precedente disco doveva rappresentare un punto di non ritorno per la band, doveva cioè essere il loro ultimo disco politico: e invece l`argomento ritorna, sublimato in 15 secondi di nulla, nella penultima traccia, Colloquio risolutivo sull`Europa Sociale tra il Presidente Romano Prodi e il Primo Ministro Cavaliere Silvio Berlusconi; l`elemento politico e sociale, nella musica di François Cambuzat e compagni, è una componente troppo radicata ed è questo uno dei motivi per cui lo abbiamo amato e continuiamo a farlo; per questo suo spirito sempre fiero, combattivo e `contro`. Manca, in “Krško - Valencia”, Pierpaolo Leo alle parti elettroniche e infatti questo nuovo lavoro si presenta meno sperimentale, più solido e rock, figlio dei numerosi concerti che i tre hanno tenuto in lungo e in largo per il mondo (intitolare ogni disco con il nome di due città la dice lunga sui loro pellegrinaggi e sul loro sentirsi cittadini del mondo).
Iparalde, Palais Bourbon, Djibouti, Pantocrator, Hurricane Lily e quella vecchia conoscenza di Barrio Chino, sono abilissime costruzioni rock, rappresentate con la dualità del pugno e della lama; colpisce diretto ed apre ferite profonde. Il lato più intimista è invece affidato alla voce di Chiara Locardi, ancora una volta magnifica, in Chapelle du savage, La fille aux jambes rayées e nella splendida rivisitazione di Davos bei nacht, già contenuta in “Davos - Leros”, ma qui finalmente valorizzata da una perfetta produzione che rende merito a pieno alla canzone (sicuramente una delle loro più belle di sempre). Da segnalare, inoltre, la riproposizione della notevole Calle de los desamparados, in cui si affacciano prepotenti le istanze avanguardiste, la corale Caracas, Lusaka, Berlin, con ospite alla chitarra Emiliano De Vito nonchè vicina a certe cose del Gran Teatro Amaro, e la jazzata Noir Orange, con il sax di Andreini e il piano di Antonio Traldi (autore di efficacissimi inserti in più di una canzone) in grande spolvero. Un`ultima cosa la voglio dire, come sempre, sui testi, tutti in francese, eccetto per la già citata Davos bei nacht e per Gaio e Giallo, non a caso due delle vecchie canzoni qui riproposte: senza voler criticare la scelta, legittima, dico solo come, personalmente, sono legato, e come ho sempre ammirato, il coraggioso cantato in lingua italiana di François che, pur presentando piccole sbavature legate alla pronuncia, con gli anni è andato sempre più perfezionandosi.
In ogni caso, ben tornati.
|