Maurizio Bianchi è un'artista che non finisce mai di sorprendermi.
Personaggio storico nel panorama musicale italiano, ma di consolidata fama anche in ambito internazionale, dopo un lunghissimo periodo di silenzio è tornato improvvisamente in attività , realizzando negli ultimi anni una grande quantità di lavori prodotti da diverse etichette tra le quali l'Alga Marghen, la Afe Records, Silentes, Smallvoices, Noctovision, Para-disc...
In questa improvvisa 'ondata' di più o meno recenti produzioni di Maurizio Bianchi troviamo diversi lavori da solo, ma anche molti CD realizzati in collaborazione con altri artisti, tra i quali Telepherique, Land Use, Aube, Nimh... Ciò che sorprende positivamente nell'ascoltare tutti questi lavori è la grande capacità di Maurizio di affrontare situazioni spesso molto diverse tra loro, per quanto riguarda il 'genere' musicale proposto, le sonorità , l'approccio compositivo, mantenendo però sempre intatto il suo innato spirito 'pionieristico', il desiderio di ricerca, il 'coraggio' stesso di affrontare prove sempre più impegnative, talvolta piuttosto difficili ed estreme se non addirittura 'scomode', prescindendo da qualsiasi compromesso con dettami prettamente 'estetici', 'scavalcando' senza alcun timore canoni e rigori spesso imposti non solo, come si potrebbe pensare, dalle forme musicali d'impronta più ordinaria e tradizionale, ma anche dalla musica convenzionalmente definita 'sperimentale', talvolta non scevra da pregiudizi ancora più incomprensibili e illogici verso quelle forme di ricerca che, di fatto, hanno già abbattuto nuove barriere e sono già andate 'oltre' la sperimentazione 'propriamente detta', spesso intrappolata nella sua stessa essenza ispirativa che, portata all'estremo, finisce per fare della sperimentazione stessa un fine, e non un mezzo, come dovrebbe più logicamente essere, per la realizzazione di Nuova Musica... E` chiaro che, considerando l'ottica così aperta che è alla base di tutta la musica di Maurizio Bianchi e che la contraddistingue, ci troveremo sicuramente ad apprezzare in misura diversa le sue realizzazioni, trovando magari più 'riusciti' o comunque più adiacenti ai nostri personalissimi gusti musicali alcuni CD rispetto ad altri, finanche a trovarne straordinari alcuni e meno significativi degli altri; ma chi segue l'artista, e riesce a 'cogliere' il sottile filo conduttore che lega tutto il suo operato artistico, comprenderà anche che ogni singolo CD ha un suo ruolo ben preciso e definito nel variegato universo musicale di Maurizio Bianchi, un po' come potrebbe essere il ruolo di un singolo brano da considerare parte integrante di un intero CD; realizzerà che ogni CD di Maurizio è come un singolo pezzo di un 'puzzle' di dimensioni molto maggiori, un piccolo ma insostituibile dettaglio all'interno di un 'disegno' sonoro molto più ampio che, a dire il vero, va anche 'oltre' il discorso prettamente musicale...
Tornando a parlare del CD oggetto della recensione, debbo dire che senz'altro è uno di quelli che trovo più riusciti ed 'emozionanti' tra i CD del 'nuovo ciclo' di Maurizio Bianchi che ho avuto il piacere di ascoltare, e a livello di atmosfere trovo molti punti di contatto, pur con i dovuti distinguo, con altri recenti lavori di Maurizio che ho sempre apprezzato molto, quali "Niddah Emmhna", "Psychoneurose" con Land Use, oppure "Junkyo" e "Mectpyo Saisei" entrambi realizzati in collaborazione con Aube, acclamato artista giapponese che sempre di recente ha 'rilavorato' materiale sonoro estratto da "M.I. Nheem Alysm" dello stesso Maurizio Bianchi realizzando per Silentes il CD "Aube Reworks Maurizio Banchi Vol. I".
Sonorità prevalentemente statiche, oscure, cupe e riverberate contraddistinguono i brani presenti in "A M. B. Iehn Tale", tutti costruiti in modo molto diretto e istintivo, con pochi elementi strutturali, poche stratificazioni sonore, limitati interventi 'tecnologici'... ma nonostante questo ricchissimi di potenziale emotivo, straordinariamente 'fluidi', incredibilmente 'comunicativi'...
Questo è ciò che più di ogni cosa mi sorprende nella nuova musica di Maurizio Bianchi...
Questa sua enorme capacità di 'lavorare' con l'essenzialità del suono, senza ricercare raffinati estetismi, e 'traducendo' con pochi magici 'tocchi' il Suono in Emozione, l' Istinto in Musica...
Se Maurizio Bianchi, dopo tanti anni, è ancora qui a far parlare di sè non è un caso...
Soffermatevi con attenzione a cogliere i flebili bagliori luminosi che appaiono e scompaiono tra i fondi oscuri e le riverberanti note di pianoforte in Aseptic, lasciatevi incantare dalle semplici evoluzioni geometriche delle onde sonore di Martyr, stupìtevi di fronte alle pulsazioni cosmiche di Biodegradabile e alle desuete sonorità quasi aliene di Inorganic, lasciate fluire a mente libera e aperta le tenui sequenze melodiche (ancora di pianoforte riverberato) di Electrolyte, perdetevi con una certa inquietudine negli abissi oscuri drone-based di Hormone e Nucleus, per poi risalire piano piano in superficie alla ricerca di quella lontana ma non irraggiungibile Luce si che lascia intravedere attraverso il magma sonoro apparentemente impenetrabile di Tale...
Settantacinque minuti di musica che descrivono e riflettono straordinariamente ampia parte dell'universo musicale che, in tanti anni di attività artistica, Maurizio Bianchi ha costruito e fatto suo, e cui tutta la musica sperimentale senza compromessi degli ultimi decenni deve un incommensurabile tributo...
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