`Quando meno te lo aspetti, come una bomba`, così dicevano gli OTR nel lontano 1994.
Ma oltre alle lettere dell`acronimo niente accomuna i rappers varesini con i R.O.T., gruppo belga alla terza uscita su Veglia.
So di aver già elogiato più volte questa piccola etichetta, ma non è colpa mia se Laurent ha un fottutissimo buon gusto per un certo tipo di suoni.
So anche di essermi già sbilanciato con “Pop Ambient”, ma questo 2006 si preannuncia come un anno all`insegna della buona musica e non posso fare altro che esultare e cercare (inefficacemente) di descrivervi questo mastodontico gioiello registrato durante una tre giorni (e notti) di improvvisazione.
Ad ogni uscita i R.O.T. sono capaci di trasformarsi, ma fin dall`inizio hanno saputo trovare un loro stile peculiare che mischia noise, psichedelia, isolazionismo e minimalismo in un amalgama lo-fi straniante e alieno.
I brani sono scuri, lunghi (anche 30`), lenti ed inaspettatamente `placidi`, ed ogni minima variazione è (sembra?) meticolosamente studiata; a voler fare paragoni si potrebbe arrischiare un misto tra l`austera staticità dei “Mengen” di Asmus Tietchens e l`aspro artigianato dei primi AMM, ma il tutto in salsa noise-psichedelica; alcuni passaggi potrebbero richiamare i Sunn O))), ma per meglio intendersi è come paragonare i Metallica ai Carcass...
E` sicuramente il sapiente dosaggio degli ingredienti a far decollare il lavoro e non credo abbia molto senso parlare degli strumenti utilizzati (chitarre, voci, tastiere, pianole, radio, fiati, passi...) tanto sono trasfigurati; persino i riverberi e il fruscio delle cassette entrano in gioco a costruire queste strane allucinazioni. Ho detto lo-fi, ma in questo caso non credo sia utile usare neppure questa categoria: tutto è strumento e tutto ha una sua parte precisa.
A riascoltarlo per l`ennesima volta potrei forse convincermi che il segreto sta nell`uso volumi: a volte, dietro a tutto, lontanissimi, appaiono degli spettri di melodie, di voci, oppure dei rombi opachi che aprono abissi, silenzi e profondità da capogiro; è come se ci fosse un `dialogo` costante e segreto tra i vari suoni e rumori, come quando ascolti dei field recordings e ti sembra di sentire delle melodie...
Pochi i paragoni con le produzioni precedenti, forse qualcuno in più con i brani che i nostri avevano pubblicato nello split con Ashtray Navigations e Sandoz Lab Technicians sempre su Veglia.
Un album che dà un calcio in culo a tutta l`impro contemporanea.
Per me, un capolavoro davvero.
PS: come da tradizione le tirature sono bassissime (in questo caso una trentina di copie) e quindi conviene contattare Laurent (tra l`altro persona molto gentile e disponibile) in fretta.
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