Nuovo CD prodotto dalla attentissima Keplar records, label bavarese.
MUI è un giovane duo italiano, coniuga in modo raffinato beats sintetici e timbriche analogiche, chitarre, bassi, batterie e strumenti a fiato, e il tutto suona assolutamente 'band' in un complesso gioco tra fugaci sfumature jazz, notturne, sfaccettate e multiformi, con esiti post rock di stampo chicagoano.
Stefano D'Incecco, laptop e ammennicoli vari, e Fabrizio Tropeano alle chitarre-basso, entrambi provenienti da Pescara, città creativamente fertile, crocevia di eventi culturali di alto livello, si avvalgono, nella produzione di "Inside A Moving Machine", in alcuni episodi, del contributo di altri musicisti di indiscutibile livello come Michelangelo Del Conte alle batterie, Francesco Cocca e Stefano D'Amelio ai fiati.
La scrittura segue spesso un itinerario che, muovendo da un incedere scuro, pieno di penombre, si dipana sovraccaricandosi di sequenze, di beat e rumori concreti, intrecci di chitarre esotiche e passaggi meditativi, il tutto assolutamente strumentale e con una cura meticolosa del suono; in generale, sembra che si attinga ad un certo tipo di elettronica di stampo Warp (il lato più gentile e melodico), o altre produzioni targate Milleplateaux, Morr, etc; molte anche le influenze 'tortoisiane', specialmente in Transizione salentina, o Before closing; come se i MUI avessero metabolizzato appieno i punti focali di "TNT" dei Tortoise, facendone (come dire)... un disco di b-sides, e non sto parlando assolutamente di semplice citazionismo, ma di una riutilizzazione della scrittura, o, se si vuoe, di reinvenzione del modo e degli umori di quel disco, ma enfatizzati dall'uso ineccepibile del digitale.
Grande verve compositiva nella traccia 39° che si snoda tra inserti minimali di basso, chitarre, sampler e fiati che si intersecano su ritmiche trascinanti di batteria analogica, mentre Phonemeout, costruito su grovigli di sampler più o meno scuri e beats in progressivo accelerando, ha il suo punto di forza nel continuo cambio di ritmiche, contrastate dai delicati arpeggi di chitarra, con aperture improvvise di energetico dinamismo. Tutti aspetti che credo si riverberino sul piano performativo, per cui, un loro live set dovrebbe essere di grande efficacia e interesse.
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