Oleg Rumyantsev, artista ucraino nato nel 1976 a Groznyj, si è trasferito in Italia nel 1997, e vive attualmente ad Ancona.
Oltre al lavoro qui recensito ha pubblicato un altro CD sempre autoprodotto, "Desperaylo Project 2003", di matrice spiccatamente elettronica.
Il presente "Blackwitemusic" invece è un lavoro costruito quasi essenzialmente utilizzando la chitarra, spesso suonata e registrata nella sua semplice e splendida essenza acustica, priva di sostanziali processamenti elettronici, talora rielaborata con effetti e/o integrata da parti molto discrete di batteria (presumibilmente elettronica, seppure le parti sembrano simulare l'uso di batteria 'tradizionale'...) e occasionali suoni ambientali microfonati.
Per un ascoltatore come me, molto coinvolto solitamente da quanto di più sperimentale e desueto la ricerca musicale contemporanea sia in grado di proporre, e per questo disabituato da tempo ad ascoltare CD d'impronta spiccatamente 'musicale' e in qualche modo 'melodica', è stato davvero sorprendente l'effetto e l'impatto che questo lavoro, che non esito a definire superbo, ha avuto su di me al momento dell'ascolto...
Oleg Rumyantsev infatti riesce fin dalle prime note (sì, parlo proprio di 'note'...) a colpire al cuore ed emozionare, con sequenze, arpeggi e melodie (sì, parlo esattamente di 'melodie'...) di estrema efficacia, con uno stile e una classe che, per i cinquanta minuti di durata del CD, ci fa fare 'pace' con l'universo della musica 'suonata' e 'melodica', senza farci rimpiangere filtri, drones, rumorismi, scariche elettriche, masse di rumore rosa e onde sinusoidali tanto usate (e talvolta abusate...) nella nostra tanto amata musica elettronica-sperimentale...
E se questa è l'impressione che ho ricavato dal primo ascolto, debbo dire che il secondo ascolto non ha fatto altro che confermare ulteriormente le mie iniziali impressioni, assolutamente positive, a riguardo di questo lavoro di Oleg Rumyantsev.
Splendido il brano acustico introduttivo Aldebaran, come i seguenti La Strada che porta al sole, Peace of mind, Ciliegi e Blackwhite song, tracce che portano alla mente il meglio di quanto sia stato possibile apprezzare negli anni '80 in 'casa' Windham Hill; chitarre effettate e atmosfere para-ambient sperimentali in Dnim fo ecaep e Gi 0000; di nuovo sonorità acustiche 'stile Windham Hill' nei seguenti Kaplja e Pabe, cui seguono il dolcissimo e 'sognante' Letnaja pagoda e i sempre acustici, brevi ma intensi, Princessa e Tanec.
Suoni più ricchi, elaborati e stratificati nel sempre ottimo Travnjevyj son, per tornare a fragili melodie puramente acustiche nel breve frammento di Perekur, per concludere con il più sofisticato e 'costruito' Zvezdnyj urozaj.
Un grande artista e indubbiamente un grande CD, che esprime momenti di intensa suggestione in tutti i brani presenti, sempre ben costruiti, ben registrati, e sostanzialmente sempre di ottima fattura.
L'unico rammarico è quello di sapere questo straordinario CD 'confinato' al ristretto universo delle autoproduzioni a tiratura limitata, per questo poco accessibile a quel pubblico più vasto cui, sono assolutamente certo, questo lavoro meriterebbe (e con successo) di essere indirizzato.
Se il responsabile di qualche etichetta attiva in quest'area musicale sta leggendo queste mie righe, non perda l'occasione per contattare Oleg e provare a farsi inviare una copia di questo "Blackwitemusic"...
Mi farebbe davvero piacere poter trovare, da qui a qualche mese, una nuova edizione di questo CD presente nei più importanti cataloghi di vendita di CD on-line, e magari (perchè no?) anche tra gli scaffali di qualche negozio 'fisico' specializzato...
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