Il progetto 3EEM nasce nel 2003, con l'obiettivo di ricercare un punto di equilibrio e di interazione tra l'uso di strumenti tradizionali (fondamentalmente chitarra elettrica e sassofono) e tecniche di processamento digitale di segnali audio, cercando al contempo di creare un 'sound' ed uno stile assolutamente personale, non etichettabile nè facilmente collocabile all'interno dei pur numerosi 'generi' musicali comunente conosciuti e in qualche modo già ben 'definiti'.
La formazione vede attualmente Danilo Corgnati alla chitarra elettrica ed effetti, Valerio Zucca alle apparecchiature elettroniche, Fabrizio Bazzoni al sax.
Tutti i componenti hanno avuto in passato esperienze musicali di tipo diverso, elemento che ha di certo contribuito a far convogliare nella proposta del progetto 3EEM influenze sonore e stilistiche molto eterogenee, seppure rielaborate e miscelate tra loro in modo molto intelligente, di grande efficacia, e in grado di trasmettere un senso di 'continuità logica' e uniformità , così come è possibile percepire durante l'ascolto di questo CD pubblicato dall'etichetta italiana Smallvoices.
La proposta musicale di 3EEM è dunque molto difficile da definire e descrivere, raccogliendo al suo interno influenze che vanno da residui di rock-progressive/dark-psichedelico-lisergico a contaminazioni vagamente funky/fusion, evidenziando chiari e sostanziali elementi di sperimentazione elettronica pura talvolta sconfinante nei territori di una trance-ambient, e lambendo marginalmente addirittura sonorità d'impronta più 'godibile' vagamente chill-out...
L'album inizia straordinariamente con il brano Reverse Me, traccia ritmica elettro-elettronica-psichedelica che probabilmente riesce a racchiudere in una forma splendidamente coerente ed efficace quasi tutte le influenze musicali sopra citate...
Segue l'altrettanto ben riuscito Dilate Me, con una inedita contaminazione di sonorità quasi dark-gothic cui si sovrappone il sax di Fabrizio Bazzoni ed altri elementi di matrice più elettronica...
Molto interessante anche il seguente In the Beginning it was an Accordion, d'impronta più astratta e quasi minimalista all'inizio, più elettro-dark laddove inizia la parte ritmica, seppure questa interessante sequenza/miscela è ulteriormente contaminata poco oltre da interventi vocali e di fiati vagamente 'funky' che stavolta appaiono invece un po' fuori posto, infondendo un 'aria' troppo 'leggera' e 'saltellante' ad un brano che probabilmente sarebbe stato migliore e più convincente se si fossero esclusi tali interventi, peraltro anche poco in linea con quanto è possibile ascoltare in tutto il resto del CD...
Nel seguente Kinfu un fondo para-ambient e una base ritmica martellante e ipnotica su basse frequenze forniscono il substrato su cui si alternano/sovrappongono stranianti parti di sax, interventi elettronici, discrete note di chitarra elettrica distorta arricchita da un effetto delay... Una specie di confuso incubo notturno...
Apertura con una ritmica e suoni più 'leggeri' in Jewel Case, brano che però evolve in modo interessante grazie ai successivi interventi di chitarra elettrica e sax distorti, e alle ulteriori stratificazioni sonore che vengono via via ad aggiungersi.
Chiusura del CD affidata ad un lungo brano, 24 Apes, che nei suoi ventiquattro minuti circa di durata, e nel suo continuo mutare di situazioni ed atmosfere, ripropone in una versione più progressiva e 'dilatata' molti degli elementi già riscontrati nel resto del CD.
Una buona conclusione che forse avrebbe soltanto giovato, in alcune parti, di un uso più 'discreto' del sax, che risulta mediamente più efficace laddove i suoni si fanno più lunghi, sospesi, distanziati nel tempo ed effettati, rimanendo più distanti e amalgamati al resto del substrato sonoro, piuttosto che quando emerge in primo piano assumendo il ruolo di soggetto, 'azzardando' sequenze melodiche che finiscono per 'alleggerire' la proposta musicale, e sottraendo ad essa parte del senso di tensione e 'drammaticità ' che è invece in grado di esprimere.
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