Talvolta la musica si fa per scrollare un peso visitato da un gesto immediato, eppure il processo compositivo rischia continuamente di analizzarsi e riprocessarsi dentro questo ciclo perchè il compimento a cui deve finalisticamente portare consiste nella realizzazione di un'opera finita. La musica di Encre, che qui giunge alla terza prova full-leght, in questo nuovo lavoro non mantiene le aspettative dei dischi precedenti perchè appare meno immediata, meno necessaria e meno fatta di idee forti. Lo scheletro ideativo è ancora robusto, ma evidentemente il lavorio di produzione ha consunto gran parte dell'immediatezza iniziale. Yann Tambour, in questi tre dischi di ricerca ipnotizzante, spesso intrisi di una malsana inquietudine da precipizio, nel segno di una predestinazione che si voleva specchiata già dal primo importante inizio, ha consumato un'omologia fatta di slanci infiammanti, consunta o sinistramente eguale a certi ritorni eighties, ed in questi cinque anni, non ha mai prorogato a se stesso l'ipotesi che questo slancio sonoro intendesse sfinirsi. Da un inizio più spiccatamente elettronico, all'attuale "Common Chord", la musica di Tambour appare giunta ad una maggiore robustezza rockish, una musica da palco, che suonata dal vivo evidentemente ingrosserebbe la schiera dei suoi estimatori, e che qui su disco, ha un respiro certamente più d'apertura, ma perde parte della pietrosità eccentrica di "Flux" (forse il suo lavoro migliore). Dentro questo breve disco, a metà strada tra Ulan Bator, Fridge e sottili cavalcate pseudo-Mogwaiane, qualcosa, e più di qualcosa, va ad interrompersi per qualche perbenismo eccessivo e qualche climax un po' troppo sussurato. Il continuum con gli Encre che conosciamo si stabilisce sull'ultima traccia, che come nei lavori precedenti, utilizza la musica concreta, forse di reattori, forse di motori a scoppio, forse di strani marchingegni futuristici, come flusso di contrasti sonori talvolta agli antipodi. Il resto del disco è una voce molto sensuale, qualche campionamento strano, ed un violino che suona troppo alto rispetto a tutto quanto il resto. La batteria e la chitarra suonano in modo rispettabile, ma senza quella spigolosità che hanno accompagnato i primi lavori. E` un po' poco a dire il vero.
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