Nell`articolo sul boom italiano (lo trovate nella sezione `articoli` di sands), Etero Genio si soffermava sulla bontà di questo gruppo, analizzandone le radici e i possibili sviluppi futuri. Alla luce delle loro prima uscita ufficiale, non mi resta che rincarare la dose visto e considerato che la musica prodotta dal trio degli Stanza 101 è tra gli ascolti più eccitanti degli ultimi tempi in materia avant-rock. Nei confronti degli studi sullo sviluppo della materia rock, gli Stanza 101 si pongono in totale antagonismo: essi ne decretano la morte e la conseguente rinascita in una forma spuria che trova il suo punto di forza nelle istanze elettroniche subdolamente inserite nel corpo morto del rock, come una visione ballardiana o in un incubo cronenberghiano. “Hang Over Sunday” è una spietata destrutturazione del rock nelle sue leggi fisiche e morali. Non a caso vengono alla mente, in forma di suggestioni, momenti topici del genere, scelti come base per il loro chirurgico lavoro di analisi: il noise degli Shellac (Black car) o le chitarre acide dei anni settanta, vedi alla voce Miles Davis e Peter Green (Neil loops), fino ad arrivare agli Starfuckers, la cui influenza non è di quelle da cui si possa prescindere. L`elettronica, eccellentemente utilizzata, funge da sutura: ricuce i frammenti e dona loro una forma nuova e personale. Detto questo, “Hang Over Sunday” rimane comunque un lavoro profondamente rock nella solidità del suono e nell`enorme impatto di tutte le sue componenti. La follia di questi tempi che stiamo vivendo si coglie anche nel ricorso che gli Stanza 101 hanno dovuto fare all`autoproduzione (l`etichetta Granuloma è la loro) per permettere l`uscita di questo cd, quando invece, in condizioni di normalità e serenità mentale, avrebbero dovuto avere la fila di produttori dietro la porta. Un altro gruppo da aggiungere al novero di irresistibili power trio, in compagnia di band quali Klaxon Gueule e Sinistri.
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