“Ancora Saigon” è il secondo disco del catalogo dell`etichetta Fratto9 Under The Sky, di cui abbiamo già recensito gli ottimi Deep End. La title track, divisa in due parti, apre questo lavoro tra una sezione ritmica free e una melodia senza tempo tracciata dalla chitarra dell`ospite Alessandro Giusti dalle cui corde nasce poi una jam a cavallo tra rock in opposition e jazz elettrico. Nell`atto secondo, Il trio valorizza la propria formula composta da due bassi e percussioni, senza dimenticare l`aggiunta efficacissima degli effetti elettronici, con una prova di solido prog rock (ricordate gli Universal Congress Of?) tra citazionismo e cambi d`atmosfera. La bravura della band è tutta in queste due tracce, in cui le traiettorie dinamiche segnano un percorso che li porta a compiere mutazioni improvvise ed impreviste. Synth inca, la spiaggia dei conigli muti e ho scritto t`amo sulla spiaggia arricchiscono il sound della band di digressioni folk-elettroniche e pseudo fanfare etnico-psichedeliche (le ultime due citate ricordano i grandi Cerburus Shoal). Medesima impressione desta punto interrogativo, pregevole cavalcata strumentale abbellita da un banjo veramente efficace e da un finale al collasso. Il fantasma di Henry Cow, di certe uscite Tzadik, del suono post SST ritorna anche nelle ultime due tracce stessa spiaggia e zaratustra reprise che chiudono degnamente un disco che rivela più di una sopresa.
Molti Complimenti.
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