Autore disco: |
Joe Maneri, Barre Phillips & Mat Maneri // Evan Parker (Electro-Acoustic Ensemble) |
Etichetta: |
ECM |
Link: |
www.ecmrecords.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2004 // 2005 |
Titoli: |
1-10) Number One - Ten // 1) Shadow Play 2-6) The Eleventh Hour Part 1-5 |
Durata: |
71:19 // 73:00 |
Con: |
Joe Maneri, Barre Phillips, Mat Maneri // Evan Parker, Philipp Wachsmann, Paul Lytton, AgustÖ Fernandez, Adam Linson, Lawrence Casserley, Joel Ryan, Walter Prati, Richard Barrett, Paul Obermayer, Marco Vecchi |
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Suoni dalla solitudine |
x Ciro Fioratti |
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Possono dire quel che vogliono: per me Joe Maneri è, e resta, un sassofonista (e clarinettista) blues.
Confido nelle vostre orecchie e soprattutto nella vostra mente quando parlo di blues: state leggendo SandS e non una qualsivoglia New Orleans Music Review.
Il fatto è che, nonostante la sua ossessionante ricerca microtonale, l`uso e lo stravolgimento che fa delle scale occidentali, l`influenza che ha avuto da quelle orientali, nonostante voi possiate leggere la sua musica in cento dannati modi, alla fine il retrogusto è quello del blues. Un lamento, un grido, un dialogo, una voce.
Questa volta poi, in compagnia di un magnifico Mat e del grande Phillips, con i quali aveva già inciso “Tales Of Rohnlief”, il nostro raggiunge intensità difficilmente raccontabili, racchiudendo il tutto in ambito esclusivamente acustico; il disco è stato registrato in una chiesetta in Francia e di questa l`ottima registrazione mantiene i riverberi naturali, conferendo agli strumenti (sassofoni, clarinetto, contrabbasso e viola) un che di spettrale, di malinconico.
Blues isolazionista?
Di seguito un signore che di presentazioni non ha bisogno, ma che ha il coraggio dopo trent`anni di attività di non fermarsi a raccogliere i frutti. Alla ECM sanno di avere in scuderia un pezzo da novanta e lasciano a Evan tutta la libertà di affrontare terreni da tempo abbandonati dall`etichetta tedesca; il CD è aperto da Shadow Play, quasi diciotto minuti di fantasmi in cui il fluido sassofono di Parker è campionato, filtrato, annullato e ricostruito in un fiume di ombre scure; il seguito è una monumentale composizione/improvvisazione a undici che si spinge verso lidi alquanto tenebrosi; compaiono addirittura urla disumane e verso la fine ti trovi in pieno mood isolazionista tra gli ultra-bassi del pianoforte e gli ultra-acuti di clarinetto e violino.
Mind is a terrible thing to taste...
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