Autore disco: |
Stefano Pilia // AA. VV. |
Etichetta: |
Last Visible Dog (USA) |
Link: |
www.lastvisibledog.com |
Formato: |
CD // 6 CD |
Anno di Pubblicazione: |
2005 |
Titoli: |
1) ----------- 2) Healing Memories... 3) The Holy Sailor 4) This Deep Night Blanket Makes Us Melancholy Confident 5) The Holy Ghost Bird 6) ...Present Tension 7) ------------- 8) This Deep Raum Blanket... 9) Godspeed Gnome // 1) Inepta 2) Uneaten Stars Duo 3) The Mangling Of Tasmanian Wolves 4) Of The Carapace And Its Soul-life 5) Bufo Periglenes (Golden Toad) Parts I-III / 1-3) Maailmarauha - Harmonia, Rakkautta / Pianokaari 4) Cuora Yannanensis 3) Steller`s Sea Cow 6-10) Illan Tullen - Läheisyys - Hämärän Humina - Ajatus Tasaannus - Yö Jää Taa 11-15) Rattus Nativitatis / 1-3) Fallino Into A Doze - Prisoner No.0 - Le Bleu du ciel 4) White Walls 5-6) Mauritian Giant Skink: part I - Mauritian Giant Skink: part II 7) Terry Shiva 8) A Sun Enshrouded By Moths / 1) Getting Through 2) Reset Of Dark 3) Elegy For All The Extinct Alien Species 4) You`ll Miss Me At The End 5-6) Guise Of The Eskimo Curlew - Tura Tura And The Light Of The New Crescent Moon / 1-4) Mysterious Starling Music - Mysterious Starling Island - Teeth Of The Rat - Mysterious Starling Museum Music 5-7) Heteralocha Acutirostris - Little Rocket Ships - Metal Feathers Can Fly 8-9) Three Part Suite “Flightless Birds In Dying Buildings (Great Auk Part I & II - Great Auk Part III) 10) The Open 11) Hibiite / 1) Chain Bridge 2) Thirty Birds 3) Catchpool 01 4-7) Viimeisen Dodon Viimeinen Runkki 8) Conilurus Albipes 9) Passenger Pigeons |
Durata: |
65:04 // 456:17 |
Con: |
Stefano Pilia, Massimo Carozzi, Valerio Tricoli // Black Forest/Black Sea, Birchville Cat Motel, Wolfmangler, Loren Chasse, Bardo Pond / Es, Andrea Belfi And Stefano Pilia, Sunken, Kulkija, Tomu Tonttu / Up-Tight, Flies Inside The Sun, Uton, Mudboy, Terry Shiva, Steven R. Smith / Keijo, Doktor Kettu, My cat is an alien, One Inch of Shadow, Fursaxa / Ashtray Navigations, Peter Wright, Geoff Mullen, Urdog, Miminokoto / Area C, Ben Reynolds, Seht, Avarus, Renato Rinaldi, Matthew De Gennaro |
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una ristampa e una compilation monumentali |
x e. g. (no ©) |
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“Healing Memories In Present Tension” viene rimesso in circolo, a circa due anni dalla sua prima pubblicazione come CD-R, in veste di CD dal titolo leggermente mutato e con un minutaggio praticamente raddoppiato (9 piste invece di 4). Una prima osservazione, derivata direttamente dalla commercializzazione di questa ristampa, riguarda l`incontestabile dato di fatto che Stefano Pilia - e come lui tutti i musicisti del suo ambito - è ormai seguito da una cerchia di appassionati consolidata e, se pure frazionata a livello internazionale, ben forte in quanto a consistenza numerica. La nuova versione, nonostante l`alta qualità dei brani aggiunti, non si discosta affatto dalla vecchia: delicate tessiture chitarristiche, prive di qualsiasi frenesia, che fluttuano come anime sospese nell`etere. Pilia guarda alle tradizioni con un rispetto che non è ossequioso, tutt`altro, e questo permette la liberazione di una notevole dose di energia, sia quando vengono sviluppate progressioni arpeggiate sia quando la materia è espansa in nebbie infinite di suono... e così, ma solo per caso, può capitare di `pensare` a Szabo, a Fahey, a Gilmour, ai Labradford, a Loren Connors.... Ed è proprio il tocco delle dita sulle corde, quel tocco avvertibile ancor prima del suono e delle risonanze, a donare al disco un calore, se preferite un`essenza `umana`, che mai viene meno e che quelle tradizioni sovvenute alla mente non sempre erano in grado di lasciar traspirare... e sì, va detto, quella di “Healing Memories...” è musica pastorale (o bucolica, se preferite), è la manifestazione di un musicista che, con l`hardcore alle calcagna, scappa via (almeno mentalmente) dal caos metropolitano e si distende in un prato - sotto il cielo, le nuvole e le stelle - per lasciar volare la fantasia. Scusate, ma a questo punto mi viene in mente qualche scena de “La leggenda del Re Pescatore” e con essa la voglia di gridare al musicista (che paragono un po` al protagonista di quel film): `ma tu sei matto!!!`; perchè un idillio simile col cavolo che esiste - fra diserbanti, pesticidi e concimi chimici - se non nell`immaginazione di un folle. O in quella di un bambino. Ed è con la stessa naturalezza, e con lo stesso piacere e semplicità , con cui un bambino mangia una caramella che le dita accarezzano le corde per dare vita a questi suoni senza tempo. Pilia, a parte qualche piccolo aiuto pescato nella cerchia dei `bolognesi` e limitato a tre brani, ha fatto tutto da solo, e questo porta ad un`ammirazione ancor più stupefatta nei confronti di questo giovanissimo talento che ha saputo ritagliarsi, rimanendo lontano dai battage pubblicitari e dai riflettori, uno spazio così importante nel panorama della musica globale. Chi non comprò la prima edizione di “Healing Memories...”, per motivi pregiudiziali nei confronti del formato CD-R, adesso non dovrebbe avere più remore, ma anche per gli altri l`occasione di affiancare o sostituire quella che ormai è una rarità con questa nuova stampa ricca di materiale inedito mi sembra alquanto allettante.
Lo stesso Pilia dà il suo contributo alla mastodontica compilation di ben sei CD “Invisible Pyramid: Elegy Box”, e lo fa presentando un brano in collaborazione con Andrea Belfi. Dovrebbe trattarsi di una di quelle registrazioni, peraltro ottima, alle quali Belfi aveva accennato nell`intervista fattagli in occasione dell`articolo sulla musica sperimentale italiana. Si tratta di un ricamo sonoro dai tratti più percussivi e dal look più spostato in direzione di moduli improvvisativi elettroacustici. Un altro nome presente nella compilation e proveniente dallo stesso ambito, fa parte del collettivo Medves insieme a Belfi e Pilia, è quello di Renato Rinaldi: il suo brano è in linea, e ne rappresenta addirittura un indispensabile corollario, con l`eccellente “Hoarse Frenzy” licenziato solo qualche mese fa proprio dalla Last Visible Dog. Ma non voglio dilungarmi nella descrizione delle singole piste, perchè un'analisi dettagliata di circa trenta brani fatti da trenta musicisti diversi (alcuni dei quali piuttosto strutturati e presentati come suite di più sezioni) potrebbe diventare cosa assai prolissa e noiosa. Un giudizio globale parte invece dalla constatazione che la compilation dà voce e rappresenta un compendio di quella parte dell`underground, al momento fra le più vitali, che miscela folk, psichedelia, suoni spaziali, musiche ripetitive, raga indiani, improvvisazione, free form, elettronica, registrazioni concrete, oscurità esoteriche e finanche qualche idea mutuata dal progressive, e lo fa nel migliore dei modi coinvolgendo artisti dislocati in tutto il globo. Chiaramente ci sono episodi minori e addirittura qualche brano fuori luogo, com`è il caso dei Bardo Pond che non trovo affatto in sintonia con il resto della compilation, ma questo è inevitabile: “Invisible Pyramid” non è infatti il concentrato di un microcosmo, come poteva essere “No New York”, ma è una raccolta di sei CD pieni zeppi come uova, tanto che la sommatoria totale del minutaggio equivale a quella di ben 9 compact di media durata. Si tratta quindi di un lavoro da valutare nel suo insieme e non nei singoli particolari. E il giudizio d`insieme può essere soltanto uno: eccellente. Importante è soprattutto l`impressione che tutti i musicisti abbiano dato il meglio di sè e non, come accade spesso in simili occasioni, del materiale di scarto, ed è un`impressione che si forma già dal primo approccio con i Black Forest/Black Sea (davvero deliranti, molto più incisivi e meno stantii rispetto ad altre occasioni). I brani sono tutti dedicati a specie animali estinte, da qui l`”Elegy Box” del titolo, ed è interessante andare a indagare di quali elementi si tratti: personalmente sono rimasto parecchio colpito dal rospo dorato bufo periglenes del Costa Rica, al quale è dedicata la maratona in tre parti dei Bardo Pond. Il resto è solo musica, e della migliore. Quindi ottime notizie sia dalle fila della nuova scena bolognese sia da quelle della Last Visible Dog.
Ma come sarà il nuovo disco dei ¾ Had Been Eliminated?
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