Ci sono concerti che sono importanti per i musicisti coinvolti. Ci sono concerti che sono importanti per il pubblico che vi assiste. Ci sono concerti che sono importanti per la musica. Se poi questi concerti sono anche ottimi qualitativamente tanto di guadagnato. Se infine vengono registrati e pubblicati su disco, dando la possibilità a tutti gli interessati di venirne a parte, si può solo dire che si tratta della classica ciliegina sulla torta.
“Uotha” è tutto questo ben di dio.
...credo che il jazz non stia in uno stile o in un linguaggio ma nella perpetuazione della rivoluzione che dai primi passi di New Orleans ha portato allo swing, da questo al be bop e così via... (Mirko Sabatini).
Stando a questa frase di Sabatini, e condividendola, “Uotha” è anche un grande disco di jazz(*).
Ma soprattutto è l`incontro fra due straordinari strumentisti. E` un viaggio e, di conseguenza, è contaminazione. E` improvvisazione e, di conseguenza, è interazione. Sempre su grandi livelli.
I brani portano quasi tutti la firma di entrambi i musicisti, tranne Specchi d`Arancia e The Many Faces Of The Beloved. Il primo è un brano di Angeli dagli evidenti connotati fredfrithiani, da “L`angelo sul trapezio”, mentre il secondo è un gioiello afro partorito dalla mente di Drake; si tratta di uno dei momenti più singolari del disco, in virtù di una densa atmosfera `soul` e della intensa interpretazione vocale del batterista. Ma trovo che i momenti più straordinari sono racchiusi nelle battute finali, dove si fa indicibile opera di meticciato miscelando, tra l`altro, Thelonious Monk e la tradizione sarda. Sib & Sob è la seconda pista cantata ma, in questo caso, la voce è quella altrettanto intensa di Angeli. E, aggiungerei, questo è l`Angeli che preferisco in assoluto....
Quindi, a dispetto di una strutturazione piuttosto tradizionale, "Uotha" è a suo modo anche una raccolta di musiche coraggiose e sperimentali. D`altronde i due strumentisti sono talmente abili che tutto pare riuscirgli nel modo più naturale possibile.
Avete mai provato a navigare col vento in poppa?
L`etichetta, a quanto ne so, non ha un sito, ma potete contattarne il responsabile all`indirizzo a.silipo@jazznowjam.org.
(*) Ammesso e concesso che la definizione jazz voglia dire qualcosa; ricordo che i grandi della musica afroamericana hanno sempre rifiutato questa definizione coniata dai bianchi come termine dispregiativo per definire la loro musica.
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