Textile Ranch è certo un nome che risulterà sconosciuto anche a molti appassionati di musica, essendo sigla nuova e non pubblicizzata; in realtà , si tratta di un progetto collaterale del più celebre Glen Johnson, personaggio eclettico e perno dei Piano Magic, che di recente hanno anche girato l`Italia per un tour di (troppo) poche date.
Chi ha avuto la fortuna di assistere ad una di esse, ricorderà brani di stampo post-rock tendenzialmente energici e dalle malinconiche venature new wave, specchio delle ultime produzioni su disco del gruppo inglese.
Niente di tutto questo in “Bird Heart in Wool”, opera (quasi) solista di Johnson, che con questo nickname riporta le proprie musiche molto vicino ai primi dischi (spendidi - se non li avete cercate “Low Birth Weight”), assai più sperimentali e basati su campionamenti di rumori ambientali, reiterati sempre appena sotto la soglia dell`ossessività e mescolati con ritmiche elettroniche delicate quasi in stile Morr.
Ad accompagnarlo in questo disco bellissimo, intimo (registrato in casa sua) e come sempre malinconico, ci sono la solita Angèle-David Guillou (voce femminile in molte tracce dei Piano Magic) e Steph Jaggers, che cantano/recitano nelle uniche due tracce non strumentali dell`album.
Per le rarefatte melodie, i ritmi regolari (ma creati con rumori di varia natura) e la moltitudine di field recordings (specie in Pinxton `80) in continua mutazione e trasformazione (nessun brano termina come è iniziato, modificando se stesso quasi secondo i dettami del minimalismo reiterativo alla Reich), “Bird Heart” ricorda molto da vicino “Seasonally Affective”, raccolta appunto dei Piano Magic che ne illustra gli inizi di carriera.
Non è dunque un disco pop, sebbene sia molto accessibile quantomeno per chi è abituato all`elettronica, ma neppure un`opera sperimentale che potrebbe garbare a chi ama la così detta musica colta.
Personalmente lo trovo splendido, e lo consiglio ai fan; gli altri si ascoltino qualche scampolo dal sito prima di decidere se tuffarsi nel complicato mondo interiore di quello che, a mio avviso, è uno dei migliori musicisti della scena attuale.
PS: per comprendere meglio tale mondo interiore, vi consiglio di visitare il sito di Textile Ranch e leggere la sezione “Stories”, che illustra il contesto dei vari brani.
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