Con il senno del poi ho sempre pensato che il fallimento preliminare del progettato supergruppo con Jimi Hendrix, Keith Emerson, Greg Lake e Carl Palmer sia stata una fortuna (anche alla luce di quello che poi è stato l`EL&P senza la H). Eppure lo aspettavo con ansia, curiosità e bramosia e provai una certa delusione al momento in cui seppi che non se ne faceva più nulla. Siccome gli insegnamenti della vita sono pula, almeno per me, ho provato oggi la stessa ansia, la stessa curiosità e la stessa bramosia nell`attesa di avere tra le mani e di ascoltare questo quartetto di `prime stelle`, un concentrato al femminile che dovrebbe rappresentare 40 anni di musica elettronica e 4 capitali della sperimentazione in tal senso (Londra, Berlino, Parigi e Tokyo). E, come sempre, sono le più grandi attese a generare le più grosse delusioni. “Before The Libretto” non dice nulla che già non sapessimo e non si avvicina, neppure di un`oncia, alle cose migliori della Radigue e della Matthews e neppure a quelle di AGF (non conosco nulla di Ryoko Kuwajima). Di più, e di peggio, il disco è un concentrato di luoghi comuni dove ogni ambizione creativa è lasciata fuori dalla porta, come un cagnolino legato davanti all`ingresso di un locale di lusso. Tanto mestiere, tanto divertimento (per loro), qualche momento piacevole e tanto disinganno (per me), e la sensazione ultima che si tratti più di una riuscita operazione mediatica che di una stimolante collaborazione musicale. Le quattro lingue della copertina avrebbero dovuto, involontariamente, rappresentare un buon avvertimento: tante chiacchiere e poca sostanza.
Ho sempre mangiato di tutto, l`unica cosa che non sopporto è il `polpettone`.
E voi?
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