'Il mio lavoro si focalizza sull`esplorazione dell`invisibile/inudibile, di ignorati flussi di informazione'. Così dice della sua musica Matt Rogalsky e ci chiediamo immediatamente tremila cose che si intersecano con i mille piani dell`incomprensione. Ci chiediamo innanzitutto se questo modo diffuso di parlare si spazi informativi nascosti, cyberspaziotemporali, dell`invisibile, ci chiediamo se tutto questo nascondere, celare, non sia l`ennesimo tentativo umano, troppo umano, di definire l`ineffabile, il vuoto. Scesi dagli altari della filosofia che mette d`accordo la rassegnazione estatica di Vladimir Jankélévitch con quella drammatica di Deleuze, ci chiediamo se non sia meglio, per alcune esperienze musicali radicali (non concettuali), affidarsi esclusivamente all`esperienza del suono. Che cosa sono quindi questi ignorati flussi informativi...ciò che accade nel cyberspazio? La spettacolo di una patch? Ma come è possibile definire 'flussi informativi ignorati' quando lo spettacolo di questi software ha già acquisito la sua personale società , la sua cittadinanza 'ordinaria' nello stato delle cose della musica di oggi? Domandoni che trascendono naturalmente la natura di questo lavoro preso esclusivamente a pretesto per farmi un po i fattacci estetici degli smanettoni. Detto ciò, questo doppio cd XI records, “Memory Like Water” documenta alcune performance live di Matt Rogalsky. Ingegnere della propria strumentazione software e attivo performer in giro per il mondo con installazioni, revisioni e reintepretazione di lavori di Cage e festival di musica 'sperimentale'. In Resonate Rogalsky esplora l`evoluzione di texture, volgarmente droni, indagate accuratamente da un probabile freeze granulare che scorre inesorabile lungo tutt`un mix di suoni/rumori fino alla definizioni di campi armonici ben definiti. Resonate è piacevolissimo all`ascolto, lavoro di sound design accuratissimo. Molto più interessante dal punto di vista musicale sembra Kash, dal nome del medesimo software autoprogettato da Rogalsky. In particolare l`interazione live con la chitarra, dove una particolare concatenazione di armonici eseguiti sullo strumento, (infondendo una piacevolissima atmosfera ambient), lascia progressivamente, in maniera sapiente e ben dosata, spazio ad un cupo drone. Così, anche nel secondo cd sembrano essere più interessanti le documentazioni sonore che recano traccia della dimensione performativa interattiva, in particolare in Transform, dove segnali radio vengono processati da delays in cascata in modo da riempire progressivamente lo spazio sonoro fino ad assumere le sembianze acustiche di una distorsione in feedback di chitarra.
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