Dopo un paio di autoproduzioni, arriva il primo vero disco di Ent, promettente duo (ricordo in particolare un fantastico pezzo sulla compilation “Homemade Avangarde” di qualche anno fa) composto da Michele Scariot ed Emanuele Bortoluzzi. “Fuck Work” viene pubblicato dall`etichetta francese Baskaru che, almeno a giudicare dalle prime produzioni, sembra essere molta attenta alle sonorità provenienti dal Bel Paese. I due mischiano un immaginario freakedelico a intrugli sonori vorticosi e stratificati, infarciti di elettronica minimale, drones, psidechelia, improvvisazione di stampo AMM e astrattismi folk-rock. L`iniziale beatine cherry nipples ci presenta da subito quel suono stratificato di cui sopra, retto da una linea percussiva ipnotica e cupa su cui si innestano una serie di variazioni elettroniche e strumentali di eccellente gusto e dal sapore AMMiano, fino ad aprirsi in una deriva psichedelica tra minimal beat e chitarre folk-rock. La successiva all night long parte più scheletrica sviluppando il mood respirato nel finale della precedente traccia, sostenuta solo da un cupo rintocco ritmico e da un`elettronica di scuola Mego, fino a prendere via via consistenza con rinnovate chitarre folkedeliche. Più sottili invece i giochi avant elettronici di eternal plans che vanno a morire prima in radi tocchi di corde musicali e poi in un delirio oinko-noise. Tutte le buone, anzi ottime, impressioni avute fin adesso vengono poi confermate da nothing for money (che segue gli scherzi elettro di milk oblò) pezzo in cui tutte le istanze appena indicate trovano una magnifica sintesi. Disco bellissimo, vario, intrigante e dalle molteplici soluzioni; veramente grandi.
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