Avevo perso le tracce di Pierpaolo Leo dai tempi della rassegna “Campo Elettrico”, sicuramente per colpa mia - d`altronde ho solo due gambe, due braccia, due orecchie, due occhi..., poichè il vulcanico musicista pugliese ha continuato a lavorare sodo, dando alle sue numerose idee una definizione sempre più ottimale. E questi due CD sono in grado di soddisfare tutti coloro che lo hanno accolto come una delle proposte più fresche della musica elettronica italiana. “Automatic Guerrini”, uscito in poche copie per un`etichetta giapponese, è composto unicamente con i suoni tratti da una vecchia fisarmonica `Guerrini`. I suoni sono stati elaborati con il calcolatore in tempo reale e lo strumento è stato probabilmente `preparato` e/o `sezionato` (...ho cercato di dare risalto a tutti i tipi di rumore meccanico...: tastiera, bottoni, lamelle vibranti, camera d`aria, molle...). Il trattamento digitale appare evidente, il suono è balbuziente e scoppiettante, ma pure ricco di sfumature e riferimenti ai modelli classicamente riconducibili allo strumento, e l`insieme rappresenta una delle esposizioni più spoglie mai fatte da Pleo.
Ben diverso è il recentissimo “Unclocked”, un disco decisamente più pieno e `orchestrale` che in alcuni appunti, Unclock su tutti, mostra addirittura un`anima rock (vale la pena ricordare che Pierpaolo Leo ho collaborato con L`Enfance Rouge). E con rock intendo soprattutto un tipo di orchestrazione che, dai suoi recessi, lascia trasparire linee ritmiche riconducibili a quelle di un basso e/o di una batteria; in poche parole “Unclocked” suona, per buona parte, come se fosse stato registrato da un gruppo elettro-elettronico tipo Radian. Nei suoi 36 minuti sono concentrate le esperienze fatte da Pierpaolo Leo negli ultimi due anni, dal già citato concerto alla rassegna “Campo Elettrico” all`importante ricerca di “Finisterrae`s Cronotopo” (realizzato a quattro mani con Urkuma e pubblicato nel Web durante il 2004). Al di là di questo la musica continua ad essere densa (in castigliano c`è una parola che calzerebbe alla perfezione e della quale non riesco a trovare una traduzione adeguata: `rica`), ma il caos, le asincronie e le asimmetrie hanno tutto l`aspetto di appartenere ad un disegno lucido, ed assolutamente sotto controllo, in grado di rappresentare un carattere distintivo della sua produzione. Personalmente continuo a preferirlo nei momenti in cui è meno arruffato e contorto - sentite un po` quant`è bella Release - ma ciò non toglie affatto valore all`insieme del suo lavoro nè sminuisce una valutazione complessiva che è ultrapositiva. E poi è doveroso adeguarsi, perchè si mormora che Pleo non sia un musicista ma un `serial killer`.
A quando il prossimo crimine?
Ps: per la felicità degli amanti di cose rare e per lo sgomento dei fissati con la precisione c`è da aggiungere che le prime 500 copie di “Unclocked” presentano una scaletta dei titoli errata. La giusta sequenza, e il giusto quid, sono quelli che riportiamo sopra e che saranno comunque ripristinati in una seconda tiratura.
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