uno - Questi CD non hanno esteticamente nulla in comune, se si esclude il fatto che in tutti viene fatto uso del mezzo elettronico, o almeno non hanno in comune quel tanto che ne possa giustificare l`assemblamento in un'unica recensione, ma condividono qualcosa che va ben al di là dell`estetica e coinvolge l`attitudine, sennonchè processi di trasformazione sociale ben più radicali e profondi di alcune banali e fugaci dissonanze nel maquillage.
due - Qualche tempo fa un lettore mi scrisse facendomi notare la mia incoerenza: nel 2001 avevo recensito dei dischi come se fossero dei capolavori e poi, a fine anno, non li avevo inseriti nell`elenco dei miei favoriti. Controllai nel mio archivio e constatai che quanto mi veniva rimproverato era vero, ma non era frutto di incoerenza, che pure nel mio agire esiste a bizzeffe, bensì di una scelta ben precisa, qual era quella di dedicare i mie top relativi al primo anno del millennio unicamente a figure femminili (per la precisione c`erano Sophie Agnel, Ellen Band, Blectum From Blechdom, Michèle Bokanowski, Marilyn Crispell, Lucia Dlugoszewski, Jin Hi Kim, Christina Kubisch, Kaffe Matthews, Helen Mirra, Ikue Mori, Meshell Ndegéocello, Andrea Neumann & Annette Krebs e Margaret Leng Tan). Tale scelta era motivata dall`idea che il secondo millennio, a meno di repentini cambi di rotta, sarà caratterizzato dall`ascesa della donna a sempre maggiori posizioni di prestigio e potere (con gli aspetti sia positivi sia negativi che ne conseguono).
Questi quattro dischi, che si caratterizzano per delle forti presenze femminili, rappresentano certamente altrettanti aspetti positivi di questo processo storico che pare inarrestabile.
Kaffe Matthews, anche se non ha mai disdegnato le collaborazioni, è conosciuta soprattutto per le sue performance in solitudine e, caso mai, va osservato come alla bisogna abbia sempre scelto con cura meticolosa i suoi partner e le situazioni sociali a cui partecipare. Anche in questa occasione che, rispettando la consuetudine, la vede interagire con due personaggi piuttosto noti nell`ambito della scena sperimentale del Québec: Martin Tétreault e Léon Lo (meglio conosciuto come Helen Of Troy). I tre danno vita ad un torrente di suoni, mai impetuoso e sempre contraddistinto da una limpida trasparenza, molto più definito e definitivo di quanto la precarietà della collaborazione possa far pensare. Il mood delle nove piste è piuttosto diversificato, e si passa dall`estremo riduzionismo di Le couteau au manche rouge, soltanto quattro-cinque secondi di durata, alla torrenziale esposizione di Les quatre enthousiastes, oltre i venti minuti, che rappresenta la situazione più elaborata e ipnotica di tutto il CD. Les deux chaises vertes, Le bureau jaune-orange e Le poisson gris sono pura paesaggistica sonora, così come il Signor Cage l`aveva disegnata nella prima Imaginary Landscape. La cage è attraversata da sottili pulsazioni cardiache che poi, in Le traineau orange, si fanno più consistenti, fino a diventare un vero e proprio ritmo, prima di precipitare nella rarefazione quasi assoluta di La porte aux six yeux. “Labo MTL” conferma l`ottimo profilo della musicista inglese, il cui nome è sempre più una garanzia di qualità .
I timoni del pragmatico “Two Ships” sono ben diretti da Ellen Band e David Lee Myers. Il primo appellativo non nasconde un gruppo, come si può essere portati a pensare, ma il nome proprio di una musicista che si era fatta notare con lo splendido CD “90% Post Consumer Sound” pubblicato nel 2001 dalla XI. Ancor più noto è l`altro timoniere, dato che vanta collaborazioni con musicisti come Asmus Tietchens e Tod Dockstader e presenze in etichette ultranote quali ReR, Line e Staalplaat. Devo dire che questa recensione mi ha fatto piuttosto soffrire, avrei voluto prorogarla all`infinito, e che da ben due mesi mi palleggio il CD fra le mani senza riuscire a trovare le parole giuste per descriverlo. Numerosi ascolti, benchè piacevoli, non sono stati sufficienti alla completa rivelazione di una musica tanto fascinosa quanto criptica. L`immagine di copertina, una vecchia cartina di una zona della Siberia russa prossima allo stretto di Bering, e i titoli dei brani possono far pensare ad una raccolta di registrazioni sul campo. In realtà i paesaggi sonori ricreati dalla coppia dovrebbero essere assolutamente immaginari, laddove Myers opera con `feedback machines` di sua costruzione mentre la Band manipola elettronicamente suoni acustici. Da una parte vi sono suoni sintetici e dall`altra suoni naturali, questa è la particolarità che divide i due `vascelli`. Due approcci estremamente diversi, opposti se vi pare, ma che infine si incontrano in un coagulo armonico talmente compiuto che raramente è dato sentirne di simili. Il sintetico vs concreto di partenza viene cioè trasformato dalla sensibilità dei due in una specie di fantomatico `sincretico`, farfalla destinata a vivere solamente per l`arco di una notte. Proprio qui sta la particolarità del disco: nel dare all`immaginario una base concreta o, viceversa, nel trasportare il reale in una sfera immaginaria. Così come avviene per l`immagine di copertina che, da vecchia mappa quale appare all`esterno, si trasforma all`interno nella capa di una specie di mostro terracqueo. Le tempeste di suoni, oppure il loro ribollire, ansimare e gracidare, non prevaricano mai quell`intimità che è tipica delle cose preziose e rende ogni navigazione affatto speciale. Un`intimità che, però, non vuole affatto significare silenzio, ma è foriera di tempeste e passioni. “Two Ships” è un disco estremamente ostico, fa pensare ad un riccio spinoso, ma è altrettanto affascinante, ben riuscito e personale... credo proprio che dovrò tenerne conto al momento di stilare il sunto dell`anno in corso.
“On The Verge Of Redundance” ha già un anno di vita, ma non se n`è parlato molto e sarebbe un vero peccato, vista la sua ottima qualità , se si perdesse in questo parapiglia generale che è diventato il mercato discografico. La provenienza dell`autrice non tradisce il suo nome, vive nel sud della California, così come la musica non tradisce le aspettative di calore che tale nome riesce di per sè ad istillare. La musica è un`elettro-elettronica tipicamente artigianale e casalinga, nulla di particolare, se volete, ma l`autrice possiede quel tipo di sensibilità , tipicamente femminile, per cui riesce a prendervi per mano per accompagnarvi alla scoperta di tanti piccoli tesori nascosti dietro alla brulla patina del quotidiano. E` la stessa sensibilità che in passato abbiamo riscontrato in autrici come Sawako, Olivia Block e Susanne Brokesch... non abbiate timore e lasciatevi guidare alla scoperta di questo suo microcosmo dalle linee delicate e poetiche tratteggiate in punta di lapis ed acquerelli.
Il nuovo disco di Madame P, presentato come Madame P play Angie Edwards (il suo alter ego), di primo acchito fa pensare a Niobe. Ma risulta presto ben chiaro che in “Soffuse Tragedy” non ci sono gli scivoloni che danneggiano la produzione della cantante tedesco-venezuelana e che, soprattutto, è assente quella fastidiosa sensazione di artefatto tipica delle produzioni fatte a tavolino. L`autrice, nelle cinque canzoni del mini CD, gioca con melodie `old-fashioned` frastornate attraverso trattamenti elettro-elettronici di fattura smaccatamente casereccia. E` questo, in fondo, l`aspetto della ragazza che più piace, quel suo essere radicalmente abbarbicata ai concetti dell`autoproduzione e del `fai da te`. E, pure, è doveroso riconoscere come tali aspetti rappresentino anche l`handicap principale di cui soffre la sua produzione discografica, quello di essere confinata alla diffusione durante i concerti o ad una ricerca affannosa da parte degli appassionati. E sì, è un vero peccato perchè sono convinto che le sue potenzialità sono molto maggiori di quelle espresse da questo autoesilio in una nicchia ancor più piccola di quella in cui è relegata la musica sperimentale indipendente. Madame P è un'intransigente guerriera solitaria, un'autentica Don Quijote del XXI secolo e, visti i risultati, sono ben lieto di fare la parte del suo Sancho Panza. L`invito che rivolgo al lettore è, quindi, quello di fare un piccolo sforzo e scrivere direttamente a Madame P per richiedere i sui dischi: il prezzo è modico e la qualità è di classe superiore. Coloro che vogliono conoscere meglio questa ermetica musicista sono invitati a spulciare nell`articolo “il boom italiano”.
Altri siti web:
Ellen Band: www.ellenband.com
David Lee Myers: www.davidleemyers.com
Kaffe Matthews: www.annetteworks.com
Martin Tétreault: www.actuellecd.com/bio.e/tetreault_ma.html
Madame P: www. aferecords.com/artists/madame_p.htm.
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