Elio Martusciello, dopo le reazioni estreme e di senso opposto suscitate dal suo precedente disco su Bowindo, si ripresenta con un lavoro in grado di riconciliare un po` tutti con la sua musica. O, almeno, tutti coloro che lo ascolteranno. Le cinque composizioni, seppur concepite in un ampio ventaglio di tempo, trovano una loro coerenza nei riferimenti alla tradizione della musica concreta francese, che vanno ben al di là del titolo finale. A@traverso.it e Dispositivo di superficie sono due montaggi nel più puro stile `francese` che, al pensiero di tante cose simili ascoltate in passato ed acquisite come valide, mi hanno letteralmente lasciato di stucco. Si tratta di due composizioni talmente ben congegnate e ben strutturate da far appassire persino il ricordo di un gioiello come “Pop`eclectic” di Bernard Parmigiani. La vasta gamma del materiale di base utilizzato viene impastata con tanta perizia e gusto da suonare infine come congegnata da un`unica mano, al pari del lavoro di un artigiano che dai detriti di trenta oggetti ne ricava uno solo, ora smussando quegli angoli, ora ritoccando quei dettagli, ora perfezionando quegli incastri, ora accozzando quei colori... fino ad ottenere un patchwork perfetto per forma e colori. E il fatto che Martusciello lavori di `mouse` e non di `cesello` non sminuisce certo il valore del suo manufatto. Da Ibidem in poi il lavoro d`intaglio sembra acquistare peso rispetto a quello d`incollatura, fina a essere prevalente in Proiezioni, ma la qualità del risultato non cala di un grammo. L`omaggio conclusivo a Pierre Schaeffer, pur non svelando alcun segreto, serve a dare un senso e un`unitarietà a tutto il percorso. Quest`uomo è un mago.
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