L`etichetta portoghese Creative Sources sta attraversando un momento particolarmente felice, lo testimoniano le numerose pubblicazioni di recente data, quasi tutte su ottimi livelli qualitativi. Ecco qua, dopo “Pocket Progressive” del trio fhievel, Sigurtà & Rocchetti già recensito su queste pagine, tre nuovi lavori in grado di soddisfare gli appassionati. Il nostro breve excursus s`inaugura con “Capacidad de Pérdida”, opera prima della giovane trombettista iberica Ruth Barberán. Un lavoro che mostra quanto il suono della vecchia cornetta abbia sviluppato un linguaggio crudo, `interiore` più che `esteriore`, in grado di catapultarci in quel vorticoso giro che, partendo dagli anni `90, ha attuato la rivoluzione sonora in direzione di questo preciso strumento: Axel Dörner, Greg Kelley, Franz Hautzinger, Sabine Ercklentz... La brillante verve compositiva e la fresca scioltezza con cui Ruth costruisce le improvvisazioni si (ri)appropriano di spunti che conducono ai nomi sopra citati ma, con la sua personalità , arricchisce ed esalta sia i toni esasperati di un sound `sgraziato` sia la (totale) spersonalizzazione dello strumento da ogni forma auditiva abituale. Ciò si semplifica nell`esaminare e constatare il `growing` circolare inflitto dal respiro, con perizia, al brano d`apertura, i silenti fruscii (soffi) che, crescendo di volume, sono di continuo intramezzati da stacchi di solo silenzio in Dos dies, le voragini di rumore, di metallo sfregato, grattato, percosso e triturato che scorrono nelle `vene corrose` della `devastante` Objectes e le acute calate negli (intestini) interni di Lo contrario de pérdida de capacidad, con un cantato contorto e `tremendamente` intimista. Nessun trattamento elettronico prima, durante e dopo l`incisione delle sessions, il suono che ne deriva, credetemi, è autenticamente acustico. Anche “A cavall entre dos cavalls” introduce nei circuiti della sperimentazione un nome nuovo: quello del chitarrista catalano Ferran Fages. La scritta `composicions per a guitarra` posta sotto al titolo mostra l`intento di evitare pratiche improvvisative per dedicarsi alla scrittura dettagliata. Una forma difficile da riscontrare durante l`ascolto, visto il fluire nelle orecchie di una musica surreale che non nasconde l`idea di essere stata partorita al momento. Corde dal sapore onirico, centellinate quanto malinconiche, che pongono in prima fila negli input del chitarrista il blues oscuro e intimo di Loren Mazzacane Connors, senza dimenticare, però, quello narcolettico e feldmaniano di Taku Sugimoto. Intervalli profondi, note che echeggiano lontanamente nel buio, che s`incastrano tra di loro con dolcezza, sfiorandosi appena... Un concetto dei fiati, e del loro trattamento sonoro, va affilandosi ancor di più nei sette esercizi, tra alto e soprano, del sassofonista francese Bertrand Gauguet; “Etwa” presenta un nuovo enfant prodige dell`improvvisazione astratta con forti richiami all`operato di colleghi conterranei quali Michel Doneda e Pierre-Oliver Boulant; quest`ultimo anche responsabile della registrazione finale di tutto il disco. Un aspetto ancor più ammiccante, che contribuisce alla resa / raffinatura di un determinato suono, è in ciò che Gauguet trae dall`uso dei microfoni in rapporto allo strumento e dall`ambiente in cui avviene la performance. In questo caso il `misfatto` è avvenuto dividendo le registrazioni negli ambienti contemplativi di alcune cappelle francesi. Quindi c`è un`attenzione a certi particolari che tira in ballo le costruzioni musicali di Alessandro Bosetti. Musica, suoni, fraseggi estremi e viscerali. Ondulazioni del respiro circolari che tanto ricordano la precisione in tale tecnica della scuola fiatistica inglese di John Butcher ed Evan Parker. Tre dischi dal mood introspettivo che, esclusa qualche riserva per il mazzacanoso “A cavall entre dos cavalls”, convincono appieno e fanno ben sperare per la prossima sfornata della Creative Sources... che già incombe sulle nostre scrivanie.
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