Stella*Nera è una non-etichetta discografica
indipendente curata da Marco Pandin e volontariamente
estranea al circuito commerciale. I materiali che
pubblica non vengono distribuiti nei negozi ma offerti
in cambio di una sottoscrizione a favore di A/Rivista
Anarchica. Ed è un piacere ricordarsi che oltre ogni
logica possibile di mercato c'è ancora chi con
fierezza porta avanti la fiaccola della più vera
controcultura (termine orribile ma passatemelo per
favore, quel non luogo da dove sono partiti fenomeni
spesso dimenticati eppure talmente importanti
nonostante le difficoltà di reperimento da essere
entrati di diritto nell'immaginario collettivo, nomi
come Crass, Conflict, Flux Of Pink Indians; gli Ex e
dalle nostre parti i Franti e i Gronge. Qualcosa che
muove dal basso e dal basso trae ispirazione
respirando a pieni polmoni le difficoltà insite nel
far interagire ideali(nel senso più ampio del termine)
e vita quotidiana; arte che succhia linfa dalle
infinite contrapposizioni che la vita offre palesando
sempre e comunque la santa etica del dubbio.
Roberto Bartoli è contrabbassista ed improvvisatore
che in questa occasione ci regala sette frammenti
preziosi estratti per lo più da esibizioni dal vivo in
compagnia di Giovanni Lanzarini ai computer e alla
voce recitante di Cristina Valenti.
Ci eravamo dimenticati di come fosse facile (sembra
facile) far convivere cosi semplicemente passione ed
idee, capacità tecniche e coraggio con la C
maiuscola; se vi dico che questo disco di diritto deve
stare accanto alla Liberation Music Orchestra di
Charlie Haden o ad Attica blues di Archie Shepp voi mi
credete?
Qualcosa che si vorrebbe portar a letto nelle fredde
serate invernali per poter sentire più caldo.
Le melodie del Mediterraneo che si sporcano dei ritmi
dell'Africa e poi fluidi e suadenti cadenze che quasi
al tango verrebbe di accostare e subito dopo
visionarie e malinconicissime melodie che fanno
ripensare al tema conduttore di quel killer di film
che era Naked e poi ancora quando tutto pare oramai
chiaro liquide melodie che sono quelle di casa
nostra, della casa che avevamo dimenticato; delle estati
trascorse quando si era bambini in montagna o al mare
con il tramonto che arrivava sempre troppo presto e le
voci delle nonne a richiamarci sempre un attimo prima
del buio.
Dentro queste note c'è il pane e il vino rosso, c'è la
vita che non si arrende mai; dentro queste note c'è un
piccolo pezzetto di storia che appartiene ad ognuno di
noi.
Facciamo in modo che non venga persa per sempre.
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