Mark Fell è parte degli SND e in questo suo lavoro solista (in passato ha pubblicato sotto l`alias .h e Shirt Trax), composto da quarantacinque tracce tra i sette secondi e i quattro minuti, mette a frutto tutta l`esperienza maturata all`interno del duo nella gestione e manipolazione di campioni sonori. L`impostazione del tutto ci ricorda i tre volumi della serie “Elevator” di Curd Duca: numerosi frammenti, ognuno dei quali è un piccolo capitolo in cui l`autore sviluppa intuizioni o aspetti di un dato evento sonoro. Ma dove l`austriaco giocava su suoni e ritmiche lounge e sulla fisicità del vinile, Fell arricchisce il discorso lavorando su suoni astratti e gioca carte migliori nell`utilizzo della spazialità , della qualità sonora, dell`attenzione al dettaglio, sfruttando a pieno le potenzialità digitali.
E` proprio il discorso sulla spazialità che l`artista vuole sottolineare e lo fa dichiaratamente nelle note di copertina: le sue ricerche sonore si ispirano alla topologia, branca della matematica che studia, tra le altre cose, le proprietà che emergono da movimenti e deformazioni degli oggetti. Fell fortunatamente non si limita alla teoria e dà seguito pratico alle parole.
Nell`ora scarsa i suoni si presentano triturati, frammentati, frattalizzati, capovolti, fatti risuonare, rotolare, saltare da un orecchio all`altro.
Niente di nuovo all`orizzonte, direte voi: questo è vero se a questo disco avete poco tempo e attenzione da dedicare; viceversa, è solo con ripetuti e concentrati ascolti che si possono apprezzare numerosi spunti originali.
Alcuni frammenti riprendono, rendendoli astratti, alcuni passi intrapresi da Autechre e SND; in diversi momenti si assiste a deformazioni continue e quasi schizofreniche; in altri a rapidissime, o paradossalmente statiche, ripetizioni di sample microscopici; l`autore inoltre sperimenta microvariazioni nei volumi dei singoli campioni ed avvicinamenti/spostamenti all`interno dell`ambiente sonoro.
Questo tipo di trattamenti sono applicati di volta in volta a materiali estremamente differenti quali possono essere registrazioni d`ambiente, campioni di matrice IDM, percussioni, ecc.
Da segnalare Incompleteness: un passo decisivo nel superamento delle barriere tra elettroacustica live e manipolazione digitale: un mix che lascia stupiti per la “naturalità ” degli interventi digitali. Infine, con la traccia numero quarantacinque, la sorpresa: quattro minuti di pop ambient in perfetto stile Kompakt; un respiro dopo quasi un`ora di autopsie.
Suggeriamo vivamente un ascolto in modalità shuffle/random, che svela tutte le potenzialità e i diversi stati d`animo del lavoro.
Lodi a Mark Fell, con il suggerimento di sviluppare queste sue capacità utilizzando tecnologie come il surround e la speranza segreta di poter ascoltare in un prossimo futuro un disco a quattro mani in collaborazione con qualche improvvisatore (Stangl?).
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