Éric La Casa, per chi già non lo conosce, è un concretista di scuola tipicamente francese che, nei suoi montaggi, utilizza materiali sonori (naturali o procurati) estremamente forti; è così anche in “Les Oscillations”, disco in cui è presente una forte tensione (emotiva nonchè musicale). Nell`estratto da l`“Anachronisme” del marsigliese Christophe Tarkos (morto quarantenne nel 2004), che viene riportato nell`interno di copertina, si legge di dilatazione - del paesaggio delle pupille dei sensi e, senz`altro, anche del pensiero - e di un ordine che rinasce dal disordine, di materiali che vengono estrapolati dal loro contesto e perdono il loro assetto per andare a recuperarne uno nuovo a distanza di spazio e di tempo. E` un po` il concetto che anima il `This_Time / Dis_Place` di Domenico Sciajno... tanto per aggiungere un`altra citazione. Se questi erano gli obiettivi di La Casa, la dilatazione dei materiali e la loro ricomposizione in un nuovo ordine che ne trasfiguri-riplasmi l`essenza, sembrano pienamente centrati. Ma, oltre allo straniamento spazio-temporale, Les Oscillations contiene un elemento spiazzante intrinseco alla stessa composizione. Perché, seppur suddivisa in due parti separate da alcuni secondi di silenzio, Les Oscillations va intesa come un'unica composizione. Il materiale greggio viene ricomposto, nelle due parti, in forma speculare, cosicchè Part 1 termina dove inizia Part 2 e viceversa. Ed ecco che dilatazione e ordine assumono un valore nuovo, un valore legato essenzialmente alla nostra predisposizione mentale, alla nostra capacità di leggere una scrittura capovolta. Alla nostra capacità , in ultimo, di ascoltare la musica, perchè la musica è di per sè un linguaggio stravolto e, quasi sempre, travisato. Potremmo così addentrarci in un altro concetto, quello di un ulteriore straniamento spazio-temporale, dove lo spazio e il tempo sono quelli che separano l`atto del comporre dall`atto dell`ascoltare. Cosa resta e cosa arriva, alle nostre orecchie e al nostro cervello, dell`atto pratico fatto da La Casa nel montare i materiali? E, soprattutto, le nostre orecchie e i nostri cervelli ricevono gli stessi segnali o, da individuo a individuo, ricevono segnali diversi? Il dischetto compatto, piatto come lo specchio, rimanda un`immagine sonora che ha una sua profondità e una sua spazialità ma che, come l`immagine allo specchio, è virtuale, e può giungere sformata e/o alterata negli elementi che la compongono. Basta spostarsi di qualche passo per cambiare, come avviene per ogni immagine speculare, le prospettive e la disposizione delle parti che danno forma alla composizione. L`impatto dell`insieme, sicuramente importante in Les Oscillations, può essere quindi frantumato e letto in miriadi di piccoli asteroidi per essere, infine, rimontato mentalmente in tutt`altro ordine. Basta avere la mente libera e gli organi dei sensi disposti ad abbandonarsi all`universo dei suoni.
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