Qualche giorno fa, durante un concerto di Alessandro Bosetti ad Anghiari (AR), sono rimasto affascinato dal modo in cui il sassofonista ha coinvolto elementi del pubblico nella costruzione di un`improvvisazione. E pensare che, quasi trent`anni fa, Insiememusicadiversa organizzava un `incontro-concerto realizzato dallo stesso pubblico intervenuto`. Per interpretare Roulette di Terzilio Mancinelli, `un progetto di musica contemporanea per una gestione della cultura musicale più collettiva e più di base... pensato per essere eseguito anche da quel pubblico che si giudica incapace di suonare musica`, il pubblico era invitato a presentarsi con `un solo e proprio oggetto da suonare (del tipo: fischietto, trombetta, ferri o legni da percuotere, ecc.)`, ma erano `ammessi anche: violino, chitarra, flauto, trombone, ecc`.
Tutto ciò avveniva a Gubbio, una cittadina dell`Umbria famosa per gli abili balestrieri e per l`albero di natale più grande del mondo, e non certo per la musica contemporanea, e quindi avveniva lontano dai clangori, in un isolamento pressochè totale, con un unico disco stampato privatamente in edizione più che limitata, e avveniva ad opera del talento visionario di Terzilio Mancinelli, un `anti-musicista` che sarebbe troppo facile liquidare come un Cornelius Cardew italiano.
Questo ben di dio riappare oggi alla luce per opera della benemerita Die Schachtel - un giorno dovremo innalzare un monumento ai responsabili di un simile miracolo - e accanto al Cilio dell`anno scorso rappresenta la più straordinaria scoperta che ho fatto in questi ultimi anni.
In Insiememusicadiversa è possibile scorgere l`urgenza di certa musica contemporanea (Cage, il già citato Cardew...), ma anche quella della libertà (free)jazz, delle sperimentazioni elettroniche o di molto rock poco allineato: le urla che, in un`orgia di rumori, aprono In tre potrebbero benissimo appartenere ai Butthole Surfers!... e dietro certe ipnotiche sequenze percussive è impossibile non vedere il mood di gentaglia come Faust e/o Pink Floyd (quelli `veri`, naturalmente).
La musica è profondamente legata all`epoca in cui è stata concepita, ma questo non rappresenta affatto un intoppo poichè di quell`epoca vengono esaltati i pregi e annullati i difetti. E poi, accanto all`elemento estetico, c`è l`elemento concreto di chi già si costruiva i marchingegni elettronici che poi utilizzava. E, infine, l`dea di una pratica che vede il ruolo del `musicista` affatto `diverso`: insieme musica `diversa`, per l`appunto, creata per voi da un menestrello agli albori dell`era informatica.
Ma non voglio correre il rischio di annoiare il lettore parlando ulteriormente di un disco che assolutamente non annoia, ma scorre fluido e ardente come lava, un disco da assaporare e non da descrivere, perchè non esistono parole in grado di riprodurre l`emozione data dall`ascolto di questa musica.
Perdonate, quindi, se mi dilungo ancora su alcune notizie concrete, come quella sulla scaletta dei brani che include, per intero, l`unico disco realizzato dal progetto di Mancinelli più tre registrazioni inedite (probabilmente dal vivo). Il CD è contenuto in un cofanetto che ha dentro anche un libretto di dieci pagine con qualche notizia sull`ensemble, uno scritto del Mancinelli stesso, il funzionamento della composizione Roulette, quella di cui si parla in inizio di recensione, e una riproduzione dell``orologio` che serviva a regolare/determinare i flussi sonori della stessa. Inoltre ci sono le riproduzioni di alcune partiture grafiche, roba da far andare fuori di senno, per pezzi musicali tipo NO (composizione musicale da non essere mai eseguita), Sinfonia per nessun esecutore... o Ludus Ocausticus (tipo `gioco dell`oca`).
Currite guaglio`.
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