Se Angelo Badalamenti si convertisse al digitale e all`elettronica suonerebbe come il Vladislav Delay di otan osaa, primo pezzo che apre il nuovo disco “demon(n) tracks”. Una traccia, questa, molto noir che anticipa il sound urbano che accompagnerà gran parte del disco in questione. Influenzato dalle due settimane in quel di Berlino, trascorse, parole dello stesso Vladislav, a caccia di demoni, questo lavoro ci presenta l`artista di Helsinki alle prese con un nuovo percorso che, messe da parte le partiture minimali di elettronica e i 4/4 di techno e house sparata a nome Luomo e Uusitalo, lo vede districarsi, con ottimi risultati, tra intricate e intriganti intelaiature che inglobano elettronica, field recordings, suoni sia concreti sia suonati, assemblati su strati e, in alcuni occasioni, anche in modo abbastanza free. La musica si sussegue senza soluzione di continuità arrivando ad essere un unico flusso di coscienza. Non vengono risparmiati nè richiami dub nè scariche adrenaliniche di techno spaziale, con la differenza che qui il tutto viene trasfigurato, sommerso e spezzato da richiami industriali, ambient ed arricchiti da mille e uno timbri percussivi. Un labirinto al limite del claustrofobico che svela con i ripetuti ascolti gli infiniti percorsi e chiavi di lettura; intrecci sonori capaci, ogni volta, di prendere direzioni diverse e inaspettate, come nella finale kainuu davvero riuscita nel suo essere a metà strada da l`acustico e l`elettronico. Vladislav Delay costruisce un disco pieno di suggestioni e di immaginari che spaziano dalla vita metropolitana, isterica e a-sociale, a paesaggi lunari e futuristi; a lui gli va dato certamente il merito di aver evitato le tentazioni auto-riciclanti di coloro i quali, raggiunto un certo status, iniziano a vivere di rendita; tributiamogli allora il coraggio di essersi mostrato vivo e produttivo e anche di averlo fatto raggiungendo ottimi risultati.
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