Queste compilation in CD-R sono il sistema ottimale per tastare il polso alla musica underground, dato che essa si disperde oggi in mille rivoli composti da CD-R, CD, LP. Mp3 autoprodotti o distribuiti tramite piccole etichette, in un numero infimo di copie, che spesso bastano appena a coprire il `pagamento in natura` dei musicisti coinvolti, le poche riviste che realmente si occupano di musica underground e il giro degli amici e conoscenti. E poi, sinceramente, chi di voi è disposto a buttare 18-22 euro in una compilation che non sia “No New York”, e allora siano ben accette queste produzioni salvatasca. Se poi, come avviene in questa occasione, ad un pregevole livello qualitativo corrispondono anche un optimum quantitativo, il dischetto è pieno come un uovo, ed una confezione simil-de luxe, la promozione non può essere che a pieni voti. “Cottage Industrial Vol. 3" contiene tutti i segnali provenienti dall`odierno underground, senza distinzione fra noise e folk psichedelico o fra elettro-elettronica e improvvisazione. I punti massimi vengono raggiunti da:
Raionbashi, probabilmente giapponese(i?), fautore di un noise efferato prossimo a Rudolf eb.er;
Orange, Manifold, sigla che nasconde Kelly Burnette con le sue sinfonie metalliche alla Z`ev;
Phô, dove milita anche quel Nicholas Field incontrato di recente più d`una volta - vedi le recensioni alla serie “Objects” e al live dei The Same Girl, che si destreggiano con un robusto free-core alla Naked City (specie nel primo dei due brani presentati, con alla voce Didi Bruckmayr dei Fuckhead);
Excepter, guidati dal no-neckbluesbander John Fell Ryan, che ammaliano con un fantastica pepita di pura psichedelia;
Lunt, aka Gilles DELES, con il suo chitarrismo cristallino e sognante, impreziosito con loop e lavorazione al computer;
Moth, l`australiano Jonathon Dale, con un eccellente prova a base di quei suoni percussivi e risonanze tipici della nuova scuola impro-australiana.
Anders Hana, ancora chitarra, liquida e tintinnante, i cui timbri fanno pensare a una mbira.
Idea Fire Company, quartetto a prevalenza femminile, con un incredibile excursus spacedelico basato su tastiere, synth e tapes.
Ma la compilation offre un altro motivo di grande interesse nella presenza di OvO e Sinistri, con un titolo a testa, le cui free-forms rappresentano due fra i momenti più interessanti del disco. Per quanto riguarda i Sinistri, in particolare, è possibile anche farsi un`idea piuttosto veritiera, con qualche mese di anticipo rispetto alla sua uscita, di quello che sarà il loro nuovo lavoro su Häpna. Il gruppo della Lunigiana, dopo essere imploso nel buco nero di “infrantumi”, torna adesso ad esplodere dilatandosi, ma non nei confronti delle forme, come avveniva in “Sinistri”, bensì nei confronti dello spazio. Ottime anticipazioni da un'ottima raccolta.
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