C`è poco da fare, in Italia arriviamo (quasi) sempre in ritardo. Negli anni, questi che stiamo vivendo, in cui è esploso a livello planetario il `come back to 80`, fenomeno a mio avviso già in via di `sputtanamento`, causa un tipo di produzione che ha appiattito e livellato tutti i gruppi del momento (penso agli ultimissimi dischi di gente tipo !!!, LSD Soundsystem e Out Hud ma che riguarderà probabilmente anche i futuri SuperSystem, che nient`altro sono che gli El Guapo) e che ha svalutato le ottime promesse degli anni precedenti, tutto questo premesso, in Italia escono invece dischi, come questo “My New Lifestyle”, pubblicato dall`emergente etichetta fiorentina fromSCRATCH, che si rifà propriamente all`indie rock made in usa, quello a cavallo dei due millenni, appena successivo al periodo `lo-fi`, di cui però non riprende certo la bassa fedeltà . Un disco tanto fuori moda quanto benvenuto; il lavoro degli Uber è infatti una boccata d`aria fresca, sembra quasi invocato con la sua semplicità ed onestà . Sono pienamente d`accordo sui riferimenti che si fanno nella press sheet a gruppi come Van Pelt (Ricciarelli) e Joan Of Arc (My new lifestyle; Edna in a dead man suite; Ella sings di cui c`è anche un bel video nel cd) e, ma sì, sotto sotto anche ai Fall; ci andrei invece molto ma molto cauto nei paragoni con Gastr Del Sol, Storm & Stress e Captain Beefheart. Di mio ci metto i riferimenti ai caposcuola Pavement (Waiting for a new pop(e); Addicted to wine) e Fugazi (l`ottima El chabe) e un vago sentore dei Panoply Academy di “Concentus” ((p) Bretzel; If i fall. I fall) anche se nel lato meno prog e più pop, per via degli intrecci strumentali, la pulizia delle linee melodiche, un cantato sofferto e i vari cambi ritmo. Canzoni fresche, veloci, concise, senza orpelli inutile e soprattutto efficaci (l`uso calibrato alla perfezione del sax che è l`elemento che più di tutti conferisce una sorta di `identità ` alla band), quello cioè che si chiede ad un buon disco pop. E gli Uber lo centrano in pieno.
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