Robert M(ontoya) e Damon Holzborn sono entrambi musicisti provenienti dal circuito indipendente della Bay Area e condividono da tempo la militanza all`interno del mega-collettivo di musica creativa Trummerflora. I nomi dei protagonisti non suoneranno nuovi ai lettori più attenti di sands-zine, vista la loro presenza all`interno di “Rubble 1”, la compilation accreditata all`intero ensemble californiano e approdata poco meno di un anno fa per questi lidi.
Percussionista e improvvisatore, attivo nella scena impro-jazz di San Diego da oltre un decennio: Montoya con questo full lenght cambia registro stilistico improntando una scenografia sonora elettronica.
Una sterzata nell'animo del `digitale` ben delimitata, dove il tratto caratteristico della musica si distoglie da quello solito dell`autore, il quale, a risultato ottenuto, non dimostra di saper restare troppo a lungo distante da superfici - elettro - acustiche classiche, senza incappare in piccoli deja vù.
Ragion per cui: chi nella raccolta aveva trovato intrigante il triangolo elettro-acustico formato dai Mrlectronic, M in compagnia di Lisle Ellis e Marcos Fernandes, resterà un tantino scottato nel constatare un mood elettronico, a tratti pacato e a tratti agguerrito, modellato secondo soluzioni scontate. You`re Soaking In It, Nebuloso 9, Tio Mate sono attimi che condividono queste `flebilità `, ma svelate da un utilizzo sfarzoso di correnti ritmiche etnico-tribali. Non resta che evidenziare la larga veste che ammanta un po` tutto, tessuta da registrazioni ambientali.
D`altra stazza, invece, si mostra Damon Holzborn, meno legato ai perbenismi del collega, interessato alla creazione di rumori `smussati` senza troppa precisione, nè grazia. Gli studi giovanili, tra l`improvvisazione di George Lewis e la contemporanea del MEV Frederic Rzewski, come piccoli spiritelli impazziti, percorrono tutto l`humus di “Adams & Bancroft”. Una percezione, a prima vista, intuibile nella (ipotetica) logica che lega in un unico blocco tutte le 15 tracce del disco. Una salita intrapresa con piccoli taglia e cuci di suoni, quasi del tutto urticanti - Adams & Bancroft I , Summit, Roll, l`analogica melodia di DDDp - che nel progredire acquistano compattezza - Adams & Bancroft II e Clutch, sino alla creazione di inconsuete suite minimaliste - DDDsc, fugace `parodia sintetica` del Terry Riley di “In C ”.
Un gioco che, tra sali e scendi, prosegue per tutta la durata di un CD dove, fatta eccezione per i tempi lunghi di 0/Radio, mix dai manierismi noise, tutti i brani viaggiano su tempi brevi. In California, forse complice il clima torrido, la corrente artistica legata alla sperimentazione stenta a decollare con l`elaborazione di un suono `proprio`, avvincente ed emozionante, che non sia legato alla tradizione jazzistica.
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