Di primo acchito questo ensemble può far pensare a quegli intrecci di strumenti a fiato che caratterizzano combos come il World Saxophone Quartet e il Rova. Ascolti ripetuti ridefiniscono il retroterra del gruppo ad una realtà tipicamente newyorchese che giostra fra gli Hugo Largo (A Dream Of Things) e la proto no wave di Richard Hell & The Voidoids (Wind In The Sun). Dei primi c`è una formula che vede affiancati tre strumenti della stessa famiglia (lì erano strumenti a corda e qui sono fiati) ed una voce femminile. Del secondo l`essenzialità e un modo piuttosto schizzato e disarticolato di esporsi. Il quartetto è guidato dal trombonista Peter Zummo, leggendario personaggio della scena avant newyorchese che ha collaborato anche con Arthur Russell, e dalla cantante Yvette Perez. Gli altri due componenti sono Tim Noe al sax tenore e Don Trubey al sax alto. Le canzoni sono in forma libera, con la voce che va ad assumere il ruolo di quarto strumento nella definizione degli intrecci sonori. Il gruppo non ha comunque intenzione di racchiudersi in una formula stabile e predefinita, lo dimostrano la presenza di strumenti a percussione suonati dal produttore Peter Kohl (in Heat) e di tastiere suonate dallo stesso Kohl e dalla Perez (in I Hear It On The Vine); e lo dimostra la recente acquisizione di un quinto elemento nella figura del batterista / percussionista Michael Evans (in passato ha suonato con God Is My Co-Pilot, Alex Hacke e Michael Gira). Resta da dire, per i più curiosi, che alcuni brani sono stati registrati dall`ex `ubu` Tony Maimone. “I Fly” è un disco molto bello, assolutamente da avere, e i Birdbrain un gruppo in divenire da tenere d`occhio.
|