Autore disco: |
Metalycée // Gustav |
Etichetta: |
Mosz (A) |
Link: |
www.mosz.org |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2004 |
Titoli: |
1) swing low 2) slaughterdijik 3) 21h39 4) coprario 5) lost in castings 6) pianobar 7) fingerfood 8) 5h17 9) slaughtered, cut and filleted // 1) intro 2) we shall overcome 3) little weird grrrl 4) linzserenade 5) genua 6) one hand mona 7) mein bruder 8) da, am monopol 9) rettet die wale |
Durata: |
47:21 // 42:15 |
Con: |
Armin Steiner, Nick Hummer, John Norman, Sami, Didi Bruckmayr // Eva Janstschitsch |
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life in pop |
x Alfredo Rastelli |
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Dopo cinque uscite possiamo tracciare le coordinate su cui si muove l`etichetta austriaca Mosz: innanzitutto la pubblicazione solo di nuovi progetti, magari di artisti già affermati che si vogliono confrontare su altri terreni e poi l`approccio pop in ambito elettronico che rappresenta sempre l`elemento principale di queste produzioni; questo dato di fatto non è opinabile nonostante in “Another White Album” dominino le schitarrate hard rock dei Metalycée. La sostanza infatti non cambia.
Metalycée sono Armin Steiner e Nick Hummer, ovvero due terzi degli ottimi Thilges3 di cui però perdono le istanze avant in favore di un sound più corposo e `metallico`. Dopo l`inizio quasi ambientale di swing low , veniamo trascinati in breakbeat a colpi a di chitarre hard rock e bordate di batteria (i>slaughterdijik, pianobar e slaughtered, cut and filleted) quasi che potremmo arrivare a parlare di drum `n guitar in nuce del classico drum `n bass. Tutti i pezzi sono piuttosto completi, realizzati con la tecnica del cut up e seguono la forma della classica canzone, con tanto di ballate e momenti rilassati a fare da contraltare ai momenti più tosti, tra cui la song in odore di David Sylvian di 21h39 o la classicità di un pezzo come coprario.
Alcune delle parole appena utilizzate le potremmo spendere anche per il debutto solista di Eva Jantschitsch, in arte Gustav; un disco classico di canzoni per un suono di elettronica pop ancora più classico di quello trattato precedentemente. La copertina inneggia a paesaggi innevati ma accoglienti e sia il suono che la voce di Gustav (alquanto bjorkesca) spingono nella stessa direzione: pop sbarazzino e orchestrale, sonorità algide ma anche romantiche, testi come filastrocche e tono confidenziale. “Rettet Die Wale” non è fatto male ma se siete come me dei diabetici musicali forse è meglio che vi rivolgiate altrove.
Due cd che nel bene o nel male confermano la vitalità di un`etichetta che si sta dando da fare per emergere: nonostante tutto il mio preferito del lotto rimane ancora il debutto della Mosz, “2CD” della Kapital Band, che rimane uno dei dischi da ricordare del 2004.
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