Nuova collaborazione, stavolta a tre, tra eRikm, Günter Müller e Toshimaru Nakamura e sempre sponsorizzata dall`ottima For4Ears dello stesso Müller. Diciamolo subito, niente di nuovo sotto il sole se non una forma ottima mostrata dagli autori ed una musica formalmente senza pecche.
Si potrebbe, a questo punto, anche chiudere qui la recensione ma così facendo non darei prova di aver ascoltato a sufficienza il disco (cosa che ho invece fatto ripetutamente con conseguente apprezzamento).
Keburu è uno scontro di particelle elettriche che toccandosi fanno contatto producendo piccoli errori digitali e scariche ad alto voltaggio; sullo sfondo si segnala la presenza di micro ritmi e suoni come erbaccia e ramoscelli calpestati. Kabel, che copre più della metà del disco, è invece dominata dal no-input mixing board di Nakamura che l`attraversa in lungo, partendo dapprima ad intermittenza, come segnali morse, e poi in un continuum costante e, soltanto nella parte finale, in crescendo. Esattamente al centro della traccia viene fuori eRikm e il suono assume una forma più sostanziosa sebbene sempre leggiadra e sospesa. Il disco si conclude con i sei minuti di cable, più movimentata e destrutturata, ma sempre contenuta e posizionata su un volume che lotta con il silenzio per la sopravvivenza, come del resto succede in tutto il disco e nella maggior parte delle produzioni di questo tipo.
Una musica, dunque, ambientale e suggestiva, con la sensazione, predominante già da qualche tempo, che questi musicisti riescano a suonare ormai ad occhi chiusi (e di conseguenza si potrebbe parlare di ascoltatori che `già sanno`) e, quindi, pur apprezzando la padronanza dei suoni e la perfezione del prodotto, siamo in attesa di una sana rivoluzione che arrivi a scuotere un po` le acque.
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