Per prima cosa fate partire il lettore cd, andate indietro col minutaggio della prima traccia di quattro minuti e trenta secondi e gustatevi una versione rocciosa di clear spot del sommo Captain Beefheart, dopodichè siete pronti per ascoltarvi il nuovo disco dei Satantango, gruppo nato per celebrare la memoria di Stiv Livraghi e Alessio Zagatti e l`amore, mai sopito, per il rock e il blues. Quello di Livraghi è ben più di un ricordo: la si può considerare una presenza a tutti gli effetti, dal momento che i testi sono liriche che egli stesso scrisse (di cui sono riportate le traduzioni in italiano) e che dimostrano, una volta di più, come, oltre ad essere un frontman d`eccezione fosse anche un ottimo autore. Per quanto riguarda la musica, “Mr. Bore” si segnala come il disco più legato alle radici del rock americano e se vogliamo più `normale` del catalogo Wallace; ci mancava un prodotto di puro rock`n roll nel palmares dell`etichetta di Mirko Spino (certo c`è stata la pubblicazione di “you kill me” degli One Dimensional Man, ma si trattava della sola stampa in vinile del disco) e i Satantango sopiscono a questa mancanza con un lavoro a tutti gli effetti ineccepibile: liriche, come dicevamo, che toccano sprazzi di poesia, una produzione eccellente (ad opera di Fabio Magistrali, un vero mago) e canzoni dal punto di vista strutturali ben studiate e suonate e con interessanti trovate soniche (alcuni finali di canzone e la conclusiva rock`n` roll, paradossalmente la meno `rock` del lotto, eccetto l`ultimo minuto, emblematico, di cui parlerò tra qualche riga). Sebbene aleggi il ricordo degli amici scomparsi (c`è anche un pezzo dedicato a Mark Sandman dei Morphine) il disco è tutt`altro che oscuro e umorale; pezzi come mr. bore, la cover dei Devo the robe song, night of the soul, excitement (che ricorda molto le Slits nella voce) e soprattutto il sorprendente frammento finale con la ripresa di Blank Generation di Richard Hell & The Voidoids, sono lì a testimoniare l`impulso positivo, spensierato ma non superficiale del rock e della carica di ironia che si porta appresso, nonchè la voglia di combattere e di esserci ancora.
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