Recuperiamo un po` in ritardo il numero quattro della Wallace MailSeries, licenziato dall`etichetta lombarda sul finire dello scorso anno: un lavoro, se vogliamo, un po` atipico tra le uscite di questa serie se si pensa al fatto che è il primo volumetto ad essere suonato da un quartetto di musicisti e non da un duo, come è stato per tutti gli altri pubblicati fino ad adesso. E` anche l`ultimo con Xabier Iriondo (almeno per il momento) l`unico sempre presente nelle prime quattro uscite. Con lui ci sono Paolo Cantù, Fabio Cerina e Luca Ciffo, questi ultimi due chitarristi dei Bron Y Aur. Un quartetto di chitarre quindi con tapes cymbals e trattamenti sonori relegati a margine. L`addizione a questo punto dovrebbe essere facile: Uncode Duello + Bron Y Aur, senonchè nell`ultimo disco proprio dei Bron Y Aur gli stessi Iriondo e Cantù rivestivano un ruolo di produttori non di poco conto. E infatti “four gardens in one” sembra a mio avviso sviluppare alcune delle strutture dell`ultimo Bron Y Aur a discapito di chi ci trova paralleli con A Short Apnea o Uncode Duello. Contrariamente alla brevità dei pezzi, i quattro chitarristi tendono alla dilatazione e allo sviluppo orizzontale e se i pezzi sono concisi ciò è dovuto soprattutto alla capacità di sintesi di questo piccolo ensamble.
Pezzi come rientri, go none o unu a sa fini spingono nell`interpretazione in questo senso ed anche gli anni di realizzazione (tra il 2002 e il 2003) di questo minicd mi induce a pensarla in questi termini. Certo cambiare il dna dei musicisti non è una cosa semplice e quindi brevi richiami alle esperienze di Cantù e Iriondo li ritroviamo anche in pezzi come greve in C o parlando di futuro ma, ripeto, mi sembra il fattore meno rilevante del disco; che è al solito un gran disco, tanto piccolo quanto prezioso. Teniamoceli cari questi piccoli capolavori.
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