“Typical human being”s è frutto della collaborazione tra un veterano della scena musicale russa Alexei Borisov e Anton Nikkila di base ad Helsinki. Alexei Borisov è una sorta di frutto esotico della `perestroika`. Come altri musicisti suoi coetanei e conterranei, non sembra essere particolarmente attento alle contraddizioni stilistiche che rendono del tutto impossibile inquadrarlo in un genere (elettronica, industrial-noise, apocalittica sonora?). Quel che importa è che Borisov si ispira ad una poetica di chiara impronta kafkiana. L`intera sua opera è impregnata di atmosfere e situazioni ai limiti dell`allucinazione. Le sue composizioni sono lunghi brani elettronici, parossistici, aritmici, quasi visionari, lacerati e trafitti solo da rumorose improvvisazioni e fugaci ispirazioni melodiche, il cui ascolto è del tutto spiazzante. Borisov conduce il suo spettatore/ascoltatore in ciò che resta di un mondo che la musica raccoglie in frantumi: non è il demiurgo, ma il freddo osservatore e analista, che in forma del tutto surreale raccoglie brandelli di realtà per ricomporli nei suoi quadri sonori.
Le atmosfere di “Typical human beings” sono claustrofobiche perchè i `tipici esseri umani` ritratti dalla voce recitante distorta di Borisov sono spaventosamente reali. Il materiale musicale di questo nuovo lavoro è un gioco ad incastri tra le parti narrative dei racconti scritti da Borisov con una struttura musicale che si districa tra forma canzone [schegge melodiche che viaggiano come meteore], improvvisazioni alla chitarra e alla batteria, jazz, rumorii vari e arrangiamenti elettronici. I racconti di Borisov [fortunatamente tradotti in inglese] tracciano i contorni di una realtà deflagrata e sanguinaria. Non c`è un solo spiraglio di luce e le poche schegge melodiche, distillate magistralmente nel corso della narrazione, servono solo a far sprofondare ancora di più l`intera composizione in uno stato di totale allucinazione.
Se di “Typical human beings” fosse un film, farebbe tremare le vene e lascerebbe attoniti.
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