`...nell'arsura estiva, con temperature e umidità da mozzare il fiato, la terra salentina assorbe i caldi raggi del sole per generare frutti succosi e zuccherini.
"Fiche" è la mia ultima release, pubblicata da Earlabs, dedicata ai fichi dalla polpa dolcissima, che da piccolo rubavo dagli alberi delle campagne del mio piccolo paese.
Un frutto che dimostra quanto lunga possa essere la memoria umana (chi li assaggia non li dimentica più) e come l'uomo preferisca talvolta dimenticare o ignorare nascondendosi dietro l'alibi della labilità della memoria.
Perchè è più facile imporsi di dimenticare che ricordare.
Ogni traccia della release ha un titolo che ricorda le varie specie di fichi che spontaneamente nascono nella terra in cui vivo.
Tutte le varietà indicate, calarisa, fracazzanu, culumbara ecc, sono commestibili tranne lu bruficu che sarebbe il maschio del fico, non commestibile ma indispensabile a fecondare i frutti femmina, che, una volta maturi, possono presentarsi di colore verde chiaro, o gialli, o con tonalità rosso-mattone, o neri, dalla polpa voluminosa e carnosa o piccola e compatta, con un grado di zuccherinità delicatamente appena percettibile, o tanto da scatenare colpi di tosse.
Ho pensato a quanto il fico sia presente nei miei ricordi di bambino e nella mia golosità da adulto e ho pensato di dedicargli una raccolta musicale. Così nasce "Fiche".`
Se ne potrebbero aggiungere di cose alla presentazione che lo stesso Della Rossa fa al suo lavoro: dalla splendida marmellata di fichi ai fichi secchi che si vendono alle fiere, con i quali da piccolo mi sono preso un`incredibile indigestione, fino alla foglia di fico notoriamente usata dal popolo dei `nudi` per coprirsi i genitali... ma, in linea di massima, le sue parole mi sembrano sufficienti a descrivere questo interessante progetto di musica elettro-elettronica. Un auto-recensione? E perchè no, chi l`ha mai detto che non possa essere più valida di una recensione fatta da terzi. Del resto ognuno di voi può verificare, tramite una semplice operazione di scarico, la buona qualità di “Fiche”.
Quello che mi preme, invece, è sottolineare - e cercare di capire, seppure questo sia più difficile - l`attaccamento dei musicisti salentini alla loro terra (*). Una cosa rara... e strana. Da una parte la fuga in avanti, l`uso dei moderni software, l`ipertecnologizzazione... e dall`altra la terra, la polvere, i sassi, ma anche il mare che stringe il Salento da tre lati su quattro. Ma forse non c`è nulla di strano, e magari è stata proprio la tecnologia a permettere che il Salento uscisse da un isolamento antico, geografico e `procurato`, per affermarsi come una delle zone musicalmente più fertili della penisola. Più `strano` è l`atteggiamento dei musicisti che, comprendendo come la loro creatività non sia nè innata nè dono divino, ripagano la culla di questa inventiva con un affetto senza condizioni... e la loro terra, riconoscente, continua a donare loro dolci frutti e ispirazione.
Tutto qui, “Fiche” è una storia di terra, di frutti e di musica, anche se il titolo e parole come `...chi li assaggia non li dimentica più` possono far pensare a chissà quali specialità salentine.
E se Della Rossa nella sua presentazione prende un granchio - il fico, nonostante si venda dai fruttivendoli e non dai fiorai, non è un frutto ma un'infiorescenza - non ci fate caso, chè in fatto di musica è molto più abile che in botanica.
(*) A questo proposito consiglio una visita anche al notevole “Cronotopo di FinisTerrae” di Pleo & Urkuma.
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