Credo che per molti questo disco rappresenti probabilmente lo stato di grazia della drumandbass. Ma forse sarebbe meglio dire che questo disco è pura drumandbass tout court. Organica, omogenea e senza pesanti compromessi. L'ascolto del disco,che azzerderei definire orizzontale e ascensionale,procede fluido e senza cali di tensione. Qulalche creatura femminile aliena offre talvolta degli spunti soul(Beats In My Head, Deep In My Soul). Le traccie sparano profondi e cinetici pitch di batteria (come in Darkside) che proiettano l'ascoltatore in schizoidi e immaginari ambienti metropolitani(un classico) mentre sintetici clangori percorrono e miscelano tutto il disco (o il tunnel spazio-tempo). Chiude fire, un grido sincopato e mezzobaritono (!) sciolto in bollenti e acide soluzioni
breakbeat.
Sebbene questa musica non mi appartenga fino alle viscere, mi permetto ugualmente di consigliare "Science Ep" a quasi tutti coloro che per un'oretta vogliano liberarsi dalle frequenze mediose delle chitarre e per chi voglia calarsi nei panni di un agente spaziale in sneakers, con organi propulsori e cappellino, con in mano una lattina carica di sassolini... o più semplicemente per chi cerca qualche vitamina in formato basso e batteria sintetizzata, dissonante. Interessante leggere nelle note di copertina che secondo Bizzy ogni dieci anni la musica compie un intero ciclo stilistico, definito un ciclo old skool. Nel suo caso la categoria (o la scienza) presa in esame è senza dubbio quella dell hardcorejungle\breakbeat. La
vecchia scuola ha formato una vera e propria comunità globale. Credo sia impossibile confutare la sua tesi. Basta frequentare la rete(naturalmente internet)
o i folkloristici rave party per prendere un pò coscienza del fenomeno. Bizzy infine, oltre a ringraziare dio come sua prima fonte d'isprazione, saluta con grande entusiasmo i nuovi mezzi tecnologici (hardware e software) che lo hanno aiutato a creare la sua musica al massimo delle potenzialità .
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