Autore disco: |
The Mike Westbrook Concert Band |
Etichetta: |
Vocalion (GB) |
Link: |
www.duttonlabs.demon.co.uk |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2005 |
Titoli: |
1) Love Song NO.1 2) Love Song NO.2 3) Autumn King 4) Love Song NO.3 5) Love Song NO.4 6) Original Peter 7) Magic Garden 8) Original Peter |
Durata: |
62:18 |
Con: |
Norma Winstone, Mike Osborne, John Warren, George Khant, Dave Holdsworth, Malcolm Griffiths, Paul Rutherford, Chris Spedding, Mike Westbrook, Harry Miller, Alan Jackson |
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la ristampa di un capolavoro sommerso del jazz inglese |
x e. g. (no ©) |
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Molti, basandosi sulle opere scialbe dei tardi Soft Machina, su quelle stucchevolmente pretenziose degli ultimi Nucleus e sulla patinatura simil new age espressa dal John Surman della maturità , pensano che il jazz inglese espresso a cavallo fra gli anni Sessanta e quelli Settanta sia una mezza fregatura, ad esclusione dei settori più radicali che ruotavano intorno al chitarrista Derek Bailey. In realtà vi furono gruppi, quali quelli guidati dai pianisti Keith Tippet, Mike Westbrook e Chris McGregor, che seppero esprimere una musica d`alta qualità . Non mancarono neppure i contatti e gli scambi fra questo jazz più tradizionale e le forme d`improvvisazione estrema, e neppure fra tali ambiti e gli avamposti del rock. Ne abbiamo un esempio proprio con questo disco, dove suona l`eccellente contrabbassista sudafricano Harry Miller, in grande evidenza su Love Song NO.3, che avrebbe prestato la sua opera sia ai King Crimson sia a Peter Brötzmann. “Love Song” è appunto uno dei capolavori sommersi, e per questo ancor più prezioso, del jazz inglese di quegli anni. Il disco venne pubblicato originariamente dalla Deram nel 1970 e, se escludiamo la solita ristampa giapponese, questa dovrebbe essere la prima volta che viene trasposto nel formato compact. La formazione è una tipica big band, sul modello delle prime formazioni di questo tipo guidate negli anni Venti da Fletcher Henderson: una sezione ritmica formata da pianoforte, chitarra, contrabbasso e batteria e una sezione fiati con tre ance e tre ottoni. In più c`è la voce di Norma Winstone che, ancor più d`una cantante, è un'ottima compagna di sogni. Gli altri protagonisti sono gente che ha fatto la storia del jazz inglese, e talvolta anche del blues, e i loro nomi appaiono in numerosissime registrazioni e in altrettanto numerose formazioni dell`epoca. Accanto alla verve di questi assi, e forse sopra ad essa, ci sono le grandi qualità d`arrangiatore del capobanda. Gli intrecci strumentali, e fra questi e la voce, e gli interventi solisti sono calibrati alla perfezione, e vanno a costituire un sistema semplice all`ascolto ma complesso all`esecuzione. A volte i temi si ripetono, Love Song NO.2 è chiaramente Original Peter, ma, e qui sta l`abilità di Westbrook come quella di tutti i grandi arrangiatori, si sviluppano poi in modo affatto diverso. La mia song preferita è Love Song NO.4, con una Winstone in gran verzica che si produce in una magica interpretazione da favola. “Love Songs” è un acquisto indispensabile per coloro che erano troppo giovani al tempo della sua prima pubblicazione... ma anche per coloro che avevano l`età giusta però se lo persero... e pure per chi lo comprò ma avrà la vecchia copia in vinile ormai logora o dispersa chi sa dove. Per questi ultimi la ristampa contiene anche il piccolo stimolo di due canzoni che all`epoca furono pubblicate solo come singolo: la prima è un ulteriore versione di Original Peter - più breve, più elettrica e in chiaro odore di jazz-rock - e la seconda è Magic Garden, una chicca soul-lisergica che ricorda vagamente The Dock Of The Bay di Otis Redding.
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